Meditazioni sulla economia politica con annotazioni/III

Accrescimento e diminuzione della ricchezza d'uno Stato

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Accrescimento e diminuzione della ricchezza d'uno Stato
II IV
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§. III.

Accrescimento, e diminuzione della ricchezza d’uno Stato.


D
Ue oggetti principalmente bisogna osservare, e sono annua riproduzione, e consumazione annua. In ogni Stato si riproduce per mezzo della vegetazione e delle manifatture, e in ogni Stato si consuma. Alcuni scrittori hanno attribuita la riproduzione alla sola Agricoltura, ed hanno chiamata una classe sterile quella de’ manifattori; io credo che ciò sia un errore, poichè tutt’i fenomeni dell’universo, sieno essi prodotti dalla mano dell’uomo, o dalle universali leggi della fisica, non ci danno idea d’una attuale creazione, ma bensì d’una nuova modificazione della materia. Accostare, e separare sono i due soli elementi che l’ingegno umano ritrova, analizzando l’idea della riproduzione, e tanto è riproduzione di valore e di ricchezza, se la terra, l’aria, e l’acqua ne’ campi si trasmutino in grano, come se il glutine d’un insetto colla mano dell’uomo si trasmuti in velluto. Quando [p. 17 modifica]il valore totale della riproduzione equivale al valore dell’annua consumazione, quella nazione persevera nello stato, in cui è quando tutte le circostanze sieno eguali. Deperisce quella nazione, in cui l’annua consumazione eccede la riproduzione annua, e migliora in vece quello stato, in cui l’annua riproduzione sopravvanza il consumo.

Ho detto che la nazione, in cui l’annua riproduzione pareggia l’annuo consumo, è in uno stato di perseveranza, e vi ho aggiunto quando tutte le circostanze sieno eguali; poichè mutate le circostanze essa potrebbe deperire ciò non ostante; e ciò accaderebbe qualora qualche nazione vicina diventasse più ricca e potente di lei, essendo che la forza, e la potenza, come tutte le altre qualità sì dell’uomo che degli Stati, altro non sono che mere relazioni, e paragoni d’un oggetto coll’altro. Potrebbe un simile fenomeno accadere altresì, qualora diminuendosi la popolazione scemassero in egual porzione gli uomini riproduttori, ed i consumatori, sottraendosi due quantità eguali nel valore d’ambe le parti.

Quando l’annua consumazione ecceda la [p. 18 modifica]riproduzione annua, necessariamente la nazione deve deperire, poichè ogni anno diminuisce e consuma del suo capitale oltre i frutti. Ma questo stato, come ognun vede, non può essere permanente al di là d’un certo limite, essendo che, o saran forzati a partirsene tanti consumatori, quanti corrispondono al debito nazionale, ovvero saran costretti a diventar riproduttori, e così pareggiare le partite. La nazione dunque in questo caso dal male medesimo riceve la spinta al rimedio, e non secondandola dovrà diminuire il popolo, e indebolirsi lo Stato finchè si restituisca l’equilibrio.

Nella nazione poi, ove l’annua riproduzione ecceda la consumazione, ivi dovrà accrescersi la merce uaiversale, la quale resa più familiare e comune ivi, che nei finitimi, andrebbe gradatamente incarendo i prezzi delle riproduzioni, per modo che non avrebbero più esito presso gli esteri, i quali d’altra parte si rivolgerebbero per ottenerle, ciò che sarebbe se la merce universale giacesse ivi con poco moto, di che si parlerà in seguito: ma la merce universale acquistata coll’indusiria accrescerà ivi i bisogni, moltiplicherà i [p. 19 modifica]contratti, e colla celerità maggiore rimedierà e compenserà i cattivi effetti, che la sola massa dovrebbe fare; ed ecco come la natura medesima quando da se sola operasse prenderebbe a trattare gli uomini tutti da madre benefica, correggendo gli eccessi e i difetti in ogni parte, distribuendo i beni e i mali a misura dell’attività e sapienza de’ popoli, e lasciando fra di essi quella sola disuguaglianza di livello, che basti a tenere in moto i desiderj e l’industria: siccome nell’oceano per l’azione dei corpi celesti variandosi l’orizzonte, le acque alternativamente trascorrono, sicchè ne resta impedito l’infradiciamento. Ma gli ostacoli politici cagionati da quel funesto amore, benchè rispettabile, dell’ottimo e del perfetto, che fece talvolta traviare i legislatori, possono, ove più, ove meno, abbastanza però dovunque, per attraversare e ritardare quell’equilibrio, a cui incessantemente tendono le cose morali, non che le fisiche.


Annotazioni.

Due Oggetti ec. l’applicazione di questi due oggetti non sembra precisa. La riproduzione s’estende ancora ai viventi. Gli animali, e gli [p. 20 modifica]uomini formano il principale oggetto dell’Economia Politica. Le Manifatture non si fanno per riproduzione. Una libbra di seta in velluto vale venti volte più d’una libbra di Bozzoli, o di Gallette. Questa materia non è riprodotta, anzi diminuisce, perchè per fare una libbra di Velluto ci vorrà in Bozzoli un peso tredici volte circa maggiore, e di queste molta parte se ne consuma. Meno è riprodotto il valore; mentre non è questo che un risarcimento delle spese fatte nell’allimentare quelle tante persone, che sono state impiegate nei moltiplici lavori necessarj per ridurre il Bozzolo in Velluto, e la compensa dell’interesse del Danaro, e del risico di chi ha dato tali alimenti: sicchè il valore delle manifatture è una vera rappresentazione degli alimenti, e della consumazione degli Operaj. Per conseguenza senza adulterare l’idea che mi dà la parola riproduzione, io direi che essa non mi rappresenta altro che unire, e moltiplicare; ma non mai accostare, e separare. Accosto una pietra all’altra formo una Casa. In buona fisica non si dice è riprodotta una Casa: ma se da due corpi ne nasce un terzo, o se da un grano di Frumento ne nascon cento, io dirò esservi riproduzione, altrimenti le operazioni dell’Aritmetica di sommare, sottrarre, moltiplicare, dividere, saran confuse.

La consumazione pertanto è relativa alla riproduzione, sì ne’ generi, che negli uomini, e negli animali, e i tre stati di equilibrio, di aumento, o di deperimento, sono ben naturali. [p. 21 modifica]Ma poichè ristretti gli elementi alla sola consumazione, e riproduzione, non possiamo aver altra idea di Società, che quella d’uomini Pastori, ed Agricoltori, tra’ quali non si verificano i fenomeni della moneta; così l’Autore vi unisce finalmente nel terzo caso l’Industria, e questa è l’elemento principale, e la costante, che deve regolare tutto il calcolo della Politica Economia; e per conseguenza doveva dirsi, che ove l’annua riproduzione, e il valore delle manifatture per una felice esportazione eccede la consumazione, e l’interno bisogno della nazione, ivi deve accrescersi la massa della moneta; donde ne verrà alzamento de’ prezzi ne’ generi, aumento di Popolazione, diminuzione degl’interessi del danaro, accrescimento d’arti, e di agricoltura, che sono i veri segni della Prosperità, e ricchezza d’una Nazione; e che sono effetti non della natura madre inerte e indifferente, ma dell’opera dell’uomo animato, del buon sistema politico, ed economico formato dalla mano benefica, e legislatrice d’un Sovrano, oppure dalla forza d’una Legge, che premj l’industria, impedisca la frode, mantenga una disciplinata libertà fra gl’Individui componimenti la Società, ed allontani più che sia possibile l’anarchia prediletta da chi ama l’arbitrio, e la forza, e che non è atto a conoscere lo stato di barbarie, in cui l’uomo ritornerebbe, allorchè non si conducesse con altre Leggi che con quelle della natura.