Matematica allegra/3f
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Il grave problema
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Radunò egli dunque il Consiglio dei Saggi, - i Sacerdoti - al quale espose il suo triste caso, ponendo il seguente chiaro problema, che voi comprendete subito di difficile soluzione: «poiché in vita dovrò subire il mio castigo, chiedo a voi il modo di difendermi almeno dopo morto dall’assalto delle due coccodrille infernali e dal tormento al quale le loro anime - a morte avvenuta - sottoporranno l’anima mia».
I Saggi furono d’accordo nella necessità di chiudere il corpo e l’anima di Cheope in un sepolcro congegnato in modo tale che nessuno, né corpo vivente, né anima potesse violarlo, se non conoscendone il segreto: si riserbarono però di precisare meglio il loro pensiero dopo avere a lungo studiato sulla forma e sul congegno del sepolcro stesso.
Cheope, poveretto, quella notte poté finalmente concedersi un po’ di riposo: la speranza di avere pace almeno nel sepolcro gli dava quella tranquillità che da tempo più non conosceva.
Passarono due lune, ossia due mesi, e i Saggi chiesero al re di essere radunati a Consiglio per potergli esporre i risultati favorevoli dei loro profondi studi, e la soluzione del problema.
Ed ecco il decalogo delle conclusioni da essi sottoposto a Cheope.
1°) Il corpo del re dovrà essere conservato in un degno ambiente, isolato, a sé stante, avvolto da una copertura non superabile.
2°) Il materiale di questa copertura dovrà essere inattaccabile dal fuoco, e perciò di pietra dura e di marmo.
3°) La forma del sepolcro dovrà essere tale da imporre il rispetto a tutti; non potrà perciò essere la forma a dado, che è troppo comune nella natura né tanto meno quella a sfera o a tubo più comuni ancora. Solo la forma piramidale si stacca dalle forme banali, ricollegandosi con l’aspetto di qualche massiccio montano: forma, perciò, di grande risalto e di sicuro rispetto.
4°) La forma piramidale offre inoltre il vantaggio unico, dato dalla sua caratteristica punta - il vertice -rivolta verso l’alto. Costituisce questa punta la più grande difesa contro le anime vaganti che la temono e che se ne tengono lontani.
5°) Una azione analoga esercitano, sia pure con minor potenza, gli spigoli laterali che, per neutralizzare tutte le possibili direzioni di provenienza degli spiriti, dovranno essere in numero di quattro: uno per ogni punto cardinale. E perciò piramide con base quadrata.
6°) Le quattro facce laterali triangolari proiettate obliquamente contro i cieli riflettono i raggi benefici di Osiride di giorno, e di Iside di notte: le due divinità così assorbite e proiettate verso il cielo, guarderanno sempre benignamente il sepolcro, e renderanno sempre più valida la difesa.
7°) Le anime maligne delle due donne, se tenteranno di scendere sul sepolcro, resteranno chiuse nella piramide rovesciata costituita dal vertice e dai prolungamenti degli spigoli, nonché dai raggi riflessi di Osiride e di Iside: vi resteranno chiuse e prigioniere.
8°) Le facce laterali, per raggiungere la massima potenza di riflessione, dovanno esser rivestite di marmo lucido.
9°) L’entrata del sepolcro dovrà essere invisibile a chiunque, e regolata da un segreto noto soltanto al costruttore, segreto che il costruttore stesso del congegno porterà con sé nell’aldilà. Il re Cheope potrà venire a conoscenza di tale segreto soltanto dopo morto, in un unico colloquio che la sua anima avrà col costruttore in un’ora profonda della notte.
10°) Il corpo del re, con un procedimento noto a noi saggi sarà reso eterno, non appena oltrepassati i limiti della vita terrestre; in tal modo re Cheope vivrà eternamente. Alle due donne tale procedimento non sarà usato, e perciò esse vivranno soltanto il breve spazio di tempo corrispondente alla durata dei loro corpi.
Come voi vedete, il Consiglio dei saggi aveva col suo decalogo stabilito l’atto di nascita di quei grandi sepolcri che si chiamano Piramidi d"Egitto, con le loro caratteristiche principali, nonché la rivelazione di quel sistema di conservazione dei corpi morti che si chiama la mummificazione, sistema che permise a noi posteri lontani e curiosi, di ritrovare i corpi stessi intatti dopo quaranta o cinquanta secoli di sepoltura.
Cheope aderì alla proposta dei saggi e incarico una parte del Consiglio - costituita dai tecnici e dai geometri - di preparare i piani per la grande costruzione, e l’altra parte del Consiglio di organizzare - come si direbbe oggi - le maestranze e il finanziamento. Firmò i relativi decreti con un segno del suo grosso anello sopra i papiri e si ritirò nel suo appartamento non senza aver dato alla sua guardia del corpo l’ordine di allontanare anche con la forza la regina e la Gran Mucca se avessero voluto entrare presso di lui.
La leggenda tramandata ai posteri non dice altro: termina col consenso dato ai Saggi di iniziare i lavori. Ed entriamo allora nella realtà, amici miei, che mi seguite in questa allegra scorribanda nei mondi della matematica.