Mantua, che lieta di bei laghi in seno
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XXX
A DON FERDINANDO GONZAGA
PRIOR DI BARLETTA.
Mantua, che lieta di bei laghi in seno,
Siedi Reina delle Ninfe Ocnee,
Che gloria darti in su Castalia dee
4Mia bella Clio, per onorarti appieno?
Per l’alta Manto peregrina egregia,
Onde sorgesti, il nome tuo risplende;
Te del Mincio seren l’onda difende,
8Cerere l’ama, e Tioneo ti pregia,
Oltra ogni paragon cara e gradita
Al biondo re dell’immortal Permesso;
Ma come agli onor tuoi puossi gir presso?
12Non si varca per uom strada infinita.
Ed io son lasso, ma nel petto interno
Sentomi oggi spirar breve parola,
Che vie più la tua fama alto sen vola
16Per gli Eroi, che tuo scettro hanno in governo.
O se la forza dell’odioso obblío
Tra nembi rei non avvolgesse il nome
Di tanti in te prima regnanti; oh come
20Fora ricco di Duci il cantar mio?
Mantua, non parlo a voto; onda, che pura
Versa Ippocrene, i pregi umani indora,
E l’empio tempo, che crudel divora,
24I nomi illustri finalmente oscura.
Ma scudi, brandi, e travagliar di Marte
Non inasprino note al cantar nostro;
Cantiamo i grandi nel fulgor dell’ostro,
28Dono del Ciel, che ’l Vatican comparte.
Qual lampo di virtuti eccelse ed alme
Entro i mortali orror non gli fe’ chiari?
Con viva fè nel tempestar de’ mari
32Sempre zelanti pescator dell’alme.
Roma, che serbi in te la rimembranza
Di quei felici trapassati giorni,
Che per lo stesso sangue anco ritorni
36La medesma stagion, prendi speranza.
Veggo, come dall’Indo apparir suole
Dal Mincio un’Alba, che in più salda etate
Sarà per entro il Ciel della bontate
40A tua chiarezza e tuo conforto un Sole.
Ned io vaneggio, orma imprimeva appena
L’erculeo piè su la Tebana riva,
Che dell’infante meraviglie udiva
44Dal buon Tiresia la gioconda Alcmena.
Nè si tenne Chiron, quando in Tessaglia
Ardea d’Achille il pargoletto ingegno.
Ma predisse a Peleo l’alto disdegno;
48Che Troja afllisse con mortal battaglia.