Mantua, che lieta di bei laghi in seno

Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Canzoni Letteratura Mantua, che lieta di bei laghi in seno Intestazione 25 aprile 2023 75% Da definire

Mentre altier fulminava Tosto, che di valor s'erge sublime
Questo testo fa parte della raccolta Canzoni eroiche di Gabriello Chiabrera


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XXX

A DON FERDINANDO GONZAGA

PRIOR DI BARLETTA.

Mantua, che lieta di bei laghi in seno,
     Siedi Reina delle Ninfe Ocnee,
     Che gloria darti in su Castalia dee
     4Mia bella Clio, per onorarti appieno?
Per l’alta Manto peregrina egregia,
     Onde sorgesti, il nome tuo risplende;
     Te del Mincio seren l’onda difende,
     8Cerere l’ama, e Tioneo ti pregia,
Oltra ogni paragon cara e gradita
     Al biondo re dell’immortal Permesso;
     Ma come agli onor tuoi puossi gir presso?
     12Non si varca per uom strada infinita.
Ed io son lasso, ma nel petto interno
     Sentomi oggi spirar breve parola,
     Che vie più la tua fama alto sen vola
     16Per gli Eroi, che tuo scettro hanno in governo.
O se la forza dell’odioso obblío
     Tra nembi rei non avvolgesse il nome
     Di tanti in te prima regnanti; oh come
     20Fora ricco di Duci il cantar mio?
Mantua, non parlo a voto; onda, che pura
     Versa Ippocrene, i pregi umani indora,
     E l’empio tempo, che crudel divora,
     24I nomi illustri finalmente oscura.
Ma scudi, brandi, e travagliar di Marte
     Non inasprino note al cantar nostro;
     Cantiamo i grandi nel fulgor dell’ostro,
     28Dono del Ciel, che ’l Vatican comparte.
Qual lampo di virtuti eccelse ed alme
     Entro i mortali orror non gli fe’ chiari?
     Con viva fè nel tempestar de’ mari
     32Sempre zelanti pescator dell’alme.
Roma, che serbi in te la rimembranza
     Di quei felici trapassati giorni,
     Che per lo stesso sangue anco ritorni
     36La medesma stagion, prendi speranza.
Veggo, come dall’Indo apparir suole
     Dal Mincio un’Alba, che in più salda etate
     Sarà per entro il Ciel della bontate
     40A tua chiarezza e tuo conforto un Sole.
Ned io vaneggio, orma imprimeva appena
     L’erculeo piè su la Tebana riva,
     Che dell’infante meraviglie udiva
     44Dal buon Tiresia la gioconda Alcmena.
Nè si tenne Chiron, quando in Tessaglia
     Ardea d’Achille il pargoletto ingegno.
     Ma predisse a Peleo l’alto disdegno;
     48Che Troja afllisse con mortal battaglia.