Malasorte/Atto primo
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ATTO PRIMO
Interno di un’osteria, col soffitto a travicelli di legno. In fondo, in mezzo, l’uscio d’entrata; a sinistra, una grande finestra con imposta; accanto alla finestra, il banco. A sinistra, in primo e in secondo piano, due usci che danno in due stanze. A destra, in primo piano, la botola della cantina e un uscio che dà nella dispensa. A sinistra, di fronte, una tavola di legno e sedie rustiche. Panche lungo le pareti.
SCENA I
Dragomiro, Giorgio e Anna
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giorgio
....Naturalmente, non è facile scappare.... ma qualche volta succede.... Fan tutti lo stesso, quelli che se la battono:
prima si mostrano pentiti, fanno gli stupidi, s’accaparrano delle simpatie, e poi,
quando l’occasione si presenta, la strada fra le gambe....
DRAGOMIRO
Dunque, anche questo era un furbo.... fingeva....(sorridendo) Ho capito!
GIORGIO
Come saperlo?
DRAGOMIRO
Andiamo, via!
GIORGIO
Dunque, non ci credi che fingesse?
ANNA
Questa è buona! Nove anni interi!... Chi fa la commedia per tanto tempo, anche se non era matto, finisce sempre allo stesso modo.... ammattisce per davvero.
DRAGOMIRO
Ma se è stato disgraziato, quello scemo! L’hanno trovato con la camicia tutta insanguinata e aveva addosso la pipa, il tabacco e l’acciarino del morto.... E se, per esempio, si fosse contentato di rubare quelle miserie a un cadavere trovato nel bosco?... Era un idiota...; quando gli hanno letto la condanna rideva....
ANNA ( molto interessata )
Come?... Dov’eri tu, per aver visto quando gli hanno letto la condanna?
DRAGOMIRO
Ero al processo.
GIORGIO
Ci sei stato?
ANNA ( sempre più interessata )
Dove, al processo?
DRAGOMIRO (seccato)
Alle Assisi, quando l’hanno condannato.
ANNA
Tu sei stato alle Assisi!... e in tanti anni non me l’hai mai detto!
DRAGOMIRO
Te lo dissi....
ANNA
Ma no.
DRAGOMIRO
Già, è vero: — naturalmente. Perché te l'avrei detto? Perché tu ricominciassi a piangere il morto?
ANNA (scuotendo il capo)
Dragomiro! (si alza e va al banco)
DRAGOMIRO
(dopo averla guardata con collera, a Giorgio)
Andiamo avanti a leggere, via, e vediamo che ha fatto il pazzo.
GIORGIO
( cercando il seguito nel giornale, e poi continuando a leggere )
“....finora tutte le ricerche sono state vane. Il soldato ha confessato che molte volte andava col pazzo a prender l’acqua, e lo lasciava solo alla fontana mentre lui si recava dall’amante. Il pazzo poi, con le secchie piene, passava a chiamarlo per tornare insieme alla prigione... Il pazzo era sempre stato quasi libero, o almeno molto poco sorvegliato... Era buono e simpatico a tutti — a parte gli accessi acuti in cui lo gettava la mania di persecuzione. A quanto afferma il soldato, il pazzo sarebbe caduto nell’antica miniera, abbandonata da un pezzo....”
DRAGOMIRO (con interesse)
Dunque....è morto....
GIORGIO
Ma forse no....
DRAGOMIRO (fra sé)
È morto!...
GIORGIO
Dimmi un po’, Dragomiro, che specie d’uomo era?... Da che sono al mondo, non ho mai visto un processo alle Assisi.... Vorrei vederne uno anch’io, una volta.... Che fa, che dice un uomo sotto processo?
DRAGOMIRO
Che fa?... Sta in mezzo alle guardie, e non vede l’ora che finisca....
ANNA (dal banco)
Ma tu, Dragomiro, ci andasti per caso o apposta?
DRAGOMIRO (volgendosi a lei)
Apposta?... Che ti salta in mente? Perché ci sarei andato apposta? (a Giorgio) Mi trovavo per caso in città.... ero andato a vendere della lana (grida ruvidamente ad Anna che sta con i gomiti appoggiati al banco) Che fai lì?
ANNA
Niente.... ascolto....
DRAGOMIRO
Ascolti! (sempre più aspro). Non ricominci a piangere il morto? Eppure ho riparlato di lui.... Via dunque! comincia.... piangilo! (Anna passa lentamente ed esce a sinistra; a Giorgio) Io dico che il pazzo non era colpevole: a torto, l’han cacciato per venti anni ai lavori forzati!
GIORGIO
Sai che sarebbe strano se avesse a succedere questo: un briccone è arrestato e dichiara: Sono io che ho commesso qualche anno fa l’assassinio nel Bosco dei Corvi... ecco perché ed ecco come... Eh?
DRAGOMIRO
Potrebbe darsi benissimo!
GIORGIO
E che fare allora del pazzo?
DRAGOMIRO
Quale?
GIORGIO
Quello che è stato condannato a torto.
DRAGOMIRO
Hai detto che è morto.
GIORGIO
Ammettiamo che viva...
DRAGOMIRO
Come, che viva?... è caduto nella miniera abbandonata....
GIORGIO
No ammettiamo che non vi sia caduto; ammettiamo che sia fuggito e che lo riacciuffino....Chi lo compenserà di tutti questi anni di patimento?
DRAGOMIRO
Santo Dio... (pausa) Giorgio, tu sai un po’ di legge....
GIORGIO
Cosí cosí....
(Anna entra e si ferma sull’uscio ).
DRAGOMIRO
Non è forse vero che un uomo che ha commesso un delitto... un omicidio... non è vero che se, dopo dieci anni, va spontaneamente a confessare la sua colpa, non incorre più in nessuna pena?
GIORGIO
Quale sia il termine, non lo so di sicuro; ma so che un termine c’è: passato quello, è finita....
ANNA
(che ha ascoltato dalla soglia viene avanti; ha pianto)
Che vuol dire? dopo dieci anni un assassino può confessare quello che ha fatto e lo lasciano in pace?
GIORGIO
Cosí è la legge.
ANNA
Guarda che bella legge! (si asciuga gli occhi)
DRAGOMIRO
Perché non ti ci metti tu a farne una meglio? (fissandola) E ci sei ricascata! ( a Giorgio ) Lo vedi perché non gliel’ho detto.... perché ogni volta che si parla del morto, che se ne fa anche il più lontano accenno, lei seguita a gemere tutto il giorno, (a lei) Vattene di qui e non mi rompere più la testa, uccellaccio del malaugurio!... Se ammazzassero me, so benissimo che balleresti la hora1 all’anniversario invece di farmi la cerimonia funebre ( pausa; Anna si ritira ) Se dovevi piangere tutta la vita per il primo marito, perché ti sei sposata un’altra volta? Via vattene!
ANNA
Perché sei così duro, Dragomiro?
DRAGOMIRO
Vattene una buona volta!
ANNA
Vado ( esce dal fondo ).
SCENA II
Dragomiro, Giorgio
DRAGOMIRO
Va alla malora! (si alza irritato)
( GIORGIO dopo una pausa )
Sei davvero troppo aspro con tua moglie....
DRAGOMIRO
Via, lasciami in pace anche tu... Sai forse che cos’è la mia vita?... lo sai che cosa ho fatto io per questa donna? Meglio se mi fossi rotto il collo prima di incontrarla!... Se non era per questa donna ostinata, io sarei oggi un altr’uomo! Tu non sai quello che c’è stato fra me e lei.
GIORGIO
Sí, sí, vedo quello che c’è: vi tormentate inutilmente a vicenda, e tu non le appartieni più che essa non ti appartenga.
DRAGOMIRO
Mi ha sposato per avere qualcuno che le faccia dire le messe per l’anima del morto.... Dal primo giorno del matrimonio fino a oggi, non l’ho vista sorridere una volta sola; è sempre stata col corpo qui, in questo mondo; ma con l’anima è da Demetrio, nel mondo di là!
GIORGIO
Sarà stato con lei migliore di te.
DRAGOMIRO
Migliore!... E come poteva saper lei, dal primo giorno, se io non sarei stato meglio di lui? Io non l’amavo?... Se non l’avessi amata!... E poi, infine, capisco che una donna pianga il marito quando è vedova....ma una volta sposata con un altro....Chi lo sopporterebbe?... Allora perché si è risposata?
GIORGIO
Eh!
DRAGOMIRO
Sí; perché....se non si può separare dall’ombra del morto? Di’ piuttosto che è una pazza, che ha finito per sconvolgere il cervello anche a me. Una bella vita, credi, da quando l’ho presa!... Auf! ne ho abbastanza! Per otto anni di fila Demetrio e sempre Demetrio; lei parla, e io sento lui; lo vedo, quando la guardo.... Io vivo in casa, mangio a tavola, dormo insieme col suo fantasma.... Proprio cosí! E questo non può durare! (Anna entra lentamente dal fondo, si ferma sull’uscio e ascolta; Giorgio la vede e fa un movimento; Dragomiro, alla mossa di Giorgio si volta e la vede) Eccola!... Eccolo!... È lui.... Demetrio! (a lei) Esci! esci! scappa, che non ti veda! (Anna sta immobile, con gli occhi fissi su di lui) Te ne vai? se no, me ne vado io.... per non vederti! (si slancia contro Anna che si avanza verso di lui; l’afferra con furia per la mano e la conduce risolutamente sul davanti della scena) Che vuoi?... Perché mi guardi cosí?... Che pensi?... Che l’ho ammazzato io?... Sí? Parla! (le dà uno scossone).
ANNA ( decisa )
Dragomiro, sei pazzo!... (si fa il segno di croce)
DRAGOMIRIO
Pazzo? Parla (le dà un altro scossone)
GIORGIO
Dragomiro!
ANNA
Oh!... Pazzo!
DRAGOMIRO
No, parla... Una delle due: o credi che l’abbia ammazzato io....
ANNA
Ma via! Son cose da dire!
DRAGOMIRO
Sì.... e allora, perché vivi con me? O non lo credi, e allora perché mi tormenti?... Che hai contro di me? Lasciami in pace col tuo Demetrio! ( la respinge con la mano e risale verso il fondo della scena; essa tenta di fare un passo verso di lui ) Lasciami in pace! (stessa mossa ) Lasciami in pace! ( esce sconvolto dal fondo, sbattendo l’uscio ).
SCENA III
ANNA, GIORGIO
GIORGIO ( va sino al fondo)
Dragomiro! Dragomiro!... Se n’è andato!
ANNA (scendendo a sinistra, fra sé)
Va all’osteria del Pope...; a casa non c’è da bere....
GIORGIO (dal fondo)
Anna! (si avanza lentamente).
ANNA
Sei ancora qui?... Giorgio, ragazzo mio, tu non riesci a mutare idea, e vorresti che la mutassi io? Mi rincresce per te!... Ma non vedi che disgraziata sono; perché non mi lasci alla mia pena invece di tormentarmi anche tu?
GIORGIO
Perché....
ANNA
Perché mi ami.... questo lo so....
GIORGIO
Sì, perché ti amo....
ANNA
Lasciami ai miei peccati, Giorgio, e vattene. Sei giovane.... Va a cercare la felicità altrove. Tanto, tu mi ami, ma io non ti posso amare....
GIORGIO
Tu non puoi amare?
ANNA
Anzi....anch’io ho amato una volta.... ma non ho avuto fortuna.... Ora, per me è passato il tempo dell’amore... Quindi, Giorgio, te lo ripeto, va a cercarti la felicità altrove.
GIORGIO
Altrove?... Bene....
ANNA
.... Perché turbare la tua giovinezza con ombre del passato, perché prenderti una donna piena di vecchi pensieri!... E poi anche cosí.... come mi prenderesti?
GIORGIO
Te l’ho detto....
ANNA
Che io divorzi da Dragomiro?... non è possibile!
GIORGIO
Dici che non lo puoi vedere....
ANNA
Sí..., ma il Signore me l’ha mandato, e il Signore sa quello che fa... io debbo fare la sua volontà.
GIORGIO
Bene, Annetta, fa come vuoi, tienti la tua vita... Io ho deciso di andarmene da questo villaggio...
ANNA (in fretta)
Te ne vai?
GIORGIO
Sí.... Io ti amo, tu non mi puoi amare... che ci guadagno a star qui per niente?
ANNA (triste)
Parti!
GIORGIO
Sí... La gente se ne comincia ad accorgere...; io non so padroneggiarmi, e non voglio farmi canzonare, a venirti dietro come un imbecille (Anna sta sopra pensiero). Non va più... essere amico di tuo marito, un uomo così diverso da me, solo per poterti vedere più spesso!... Sei una donna... non so come dirti... Ti piace vivere con un uomo che ti tratta come un cane, e respingi me, che ti amo... Bene... allora, preferisco non vederti più affatto.
ANNA
Cioè, te ne vai?... davvero?
GIORGIO
Sí....
ANNA
Quando?
GIORGIO
Al più presto possibile.... fra qualche giorno.
ANNA
Mi rincresce.
GIORGIO
Perché?
ANNA
Perché, perché.... mi rincresce....
GIORGIO
Ma se non mi ami?
ANNA
Che bambino sei!... Io non ti amo, ma tu mi ami: non capisci che infine il mio rimpianto di te sarebbe più grande del tuo per me?
GIORGIO
Allora...
ANNA
Che cosa?
GIORGIO
Vieni con me.
ANNA
Impossibile.
GIORGIO
Ma dunque, io che devo fare?
ANNA
Tu....tu vattene, Giorgio, con Dio; non badare al mio dolore... (piange)
GIORGIO
Annetta, piangi?
ANNA
Sí.
GIORGIO
Perché?
ANNA
È inutile che te lo dica.
GIORGIO
Ma se piangi...
ANNA
Ti parlo franco, Giorgio: io ti debbo molto.... Molta forza mi ha data la tua amicizia, e il pensiero d’essere amata da un uomo come te... L’Idea che saresti stato capace, all’occasione, di fare un grande sacrifizio per me mi sosteneva tanto nella mia afflizione.... Se te ne vai, come resto io?
GIORGIO
Che sacrifizio? eccomi pronto.
ANNA
Ora non posso.... non so... non ho nulla da dirti (sta un momento sopra pensiero) Giorgio, se mi ami molto.... molto (cambiando improvvisamente tono) vattene ora tranquillo a letto e vieni qui domattina; Dragomiro va al mercato, e potremo parlare meglio... Va... Buona notte!
GIORGIO
Buona notte, Annetta! (parte dal fondo)
ANNA (fra sé)
Parte ( Giorgio sta per uscire — a mezza voce) Giorgio!
GIORGIO (voltandosi)
Mi hai chiamato?
ANNA
No.... (egli la guarda a lungo, e poi fa per partire) Ma sí! (egli si rivolge e si avanza con aria di interrogazione).
GIORGIO
Che vuoi?
ANNA
Non capisci?
GIORGIO
No.
ANNA (con molta intenzione)
...Ma non hai sentito, non hai proprio capito che ti amo anch’io?
GIORGIO
Tu.... me.... possibile?
ANNA
Sí.... Devo pur dirtelo, non ne posso più, (molto nervosamente) Giorgio, Dragomiro tornerà certo ubriaco.... allora, prima mi tratta male e poi va a letto e dorme così sodo che nulla lo sveglia....Vieni! Da casa tua si vede questa finestra... l’imposta è chiusa... Sta attento: quando vedrai la lampada al foro dell’imposta, vieni subito.... ti aspetto.
GIORGIO
Mi ami?
ANNA
Sí, ma non dimenticare che sono la moglie di Dragomiro; se lui muore, sono tua!... Giorgio, l’ho giurato a me stessa: quando cadrà la prima palata di terra sulla sua bara, io sarò nelle tue braccia.... Hai capito?
GIORGIO
Allora posso aspettare tutta la vita....
ANNA (secca)
Sei uno sciocco! Mi amerai, ma non mi capisci... Pensa meglio a quello che ho detto... Quando vedi il lume, vieni, non farmi aspettare.... Va!
GIORGIO (con trasporto)
Vado... e tornerò... Mi ami?
ANNA
Sí, sí, ti amo (lo stringe con forza fra le braccia, poi lo accompagna sino alla porta in fondo e chiude).
SCENA IV
ANNA (sola, guardando verso il fondo )
Giorgio, Giorgio, la disgrazia t’incalza!... (va lentamente alla tavola). Sarà capace di fare, questo ragazzo leggero, quello di cui si vanta? vedremo.... Dove sarà quel cane? all’osteria del Pope... a giocare a carte e a bere... Torni pure ubriaco, mi maltratti e mi minacci!... Vedremo quanto durerà!... Molto, non credo!... (ascolta) Ah! viene!... è lui.... (prende il lavoro e si siede alla tavola. Si bussa all’uscio. Anna si alza, e sta un momento). Ho chiuso.... (Si bussa ancora; Anna va all’uscio). Vengo, vengo! (apre).
SCENA V
ANNA, GIOVANNI
GIOVANNI ( stanchissimo quasi tremante )
Salute, sposa.
ANNA
Grazie, buon uomo... Che vuoi?
GIOVANNI
Mi dai da mangiare?
ANNA (fra sé)
Costui non è del paese... è un forestiero. (forte) Non abbiamo nulla da mangiare, brav’uomo.... te ne puoi andare.
GIOVANNI
Sí.... e dormire mi lasci?... lasciami dormire!
ANNA (fra sé )
È un briccone, un ubriaco, o che altro?... (forte) Levati di torno, cristiano, ( quasi aspra ) via!
GIOVANNI
(timoroso, e riparandosi il capo come da un colpo)
Me ne vado.... ma non battermi.... non darmele!
ANNA
Ebbene! e chi ti batte?... vattene e sta sano.
GIOVANNI
(fa per andare, ma le forze gli mancano e si appoggia all’uscio)
Non ne posso più... ( con dolce preghiera ) Dammi qualcosa da mangiare, fammi la carità.... ho fame ( si lascia cadere sulla panca, a sinistra dell’uscio )
ANNA
Sei stato malato?
GIOVANNI
No.
ANNA
Ma che hai?
GIOVANNI
Ho fame.... sono stanco....
ANNA
Già... e di dove vieni?
GIOVANNI
Eh... di lontano.... dai monti.
ANNA
E che vento ti ha sbattuto fra noi?
GIOVANNI
Mi sono smarrito.
ANNA
Ma dove andavi?
GIOVANNI
Non lo so...
ANNA
Come, non sai dove andavi?
GIOVANNI ( piano, confidenziale )
Vedi.... son pazzo.
ANNA
Pazzo?!
GIOVANNI
Ah!... Ma non mi prende mica sempre.... E quando il diavolo mi tormenta, basta che venga la Santa Vergine perché me ne liberi... Due volte, il diavolo m’ha ordinato di ammazzarmi... per rubarmi l’anima....
ANNA
Disgraziato, chi sa che pena!...
GIOVANNI
Ma la Santa Vergine non mi ha abbandonato. ( si segna )
ANNA
E da che ti è venuto?
GIOVANNI
Da un colpo... Se mi spavento, mi prende, maledetto sia! e quando mi prende, prima mi viene un’inquietudine, un disgusto, e poi un terrore e mi brucia. (accenna il cervello) Ho male qui, dentro.... — Me lo dai?
ANNA
Che cosa?
GIOVANNI
Da mangiare...
ANNA
Ah! me n’ero scordata; così ti dimenticassero i mali!... ( va al banco, taglia un pezzo di pane e glielo dà ). Ecco, a te!
GIOVANNI
Dio te ne rimeriti!
ANNA
Vuoi anche dell’acquavite?
GIOVANNI
ANNA (gli dà un bicchierino d’acquavite )
Ma come ti è venuto?... È da molto tempo?
GIOVANNI
Saranno dieci anni...
ANNA
Dieci anni... E chi ti ha battuto?... perché?
GIOVANNI
Per niente... Ero guardia forestale a Corbeni...
ANNA (fra sé)
Guardia forestale a Corbeni.... ( forte ) Chi ti ha colpito?
GIOVANNI
Al Tribunale.... perché non volevo dire...
ANNA ( con impazienza )
Che cosa?
GIOVANNI
Perché l’ avevo ammazzato...
ANNA
Ammazzato! ( da sé) Signore Gesù Cristo! Ma chi è quest’uomo? (temendo di aver scoperto il vero) Ti chiami... Giovanni....
GIOVANNI ( approvando col capo )
Mi chiamo Giovanni.
ANNA
E dici che hai ammazzato...
GIOVANNI
Demetrio Cirezarul.
ANNA (fra sé)
Come è giunto qui quest’uomo?... Sei tu, Vergine Santa, che l’hai guidato; tu l’hai condotto per vie ignote, e me l’hai mandato qui per togliermi ogni dubbio, perché mi decidessi...
GIOVANNI ( dormicchiando )
Ora ho sonno... ( tende l’orecchio ) Perché i cani si lamentano?
ANNA
Non c’è nessun cane che si lamenti.
GIOVANNI
Ascolta...
ANNA (fra sé)
Vaneggia (forte) Giovanni, vuoi coricarti?
GIOVANNI
Sí.
ANNA
Alzati, ( lo aiuta ad alzarsi ) vieni con me... Su, di qui ( lo conduce per mano, lentamente a sinistra, al primo uscio)
GIOVANNI
Quando i cani si lamentano, muore qualcuno... (vacilla, lei lo sostiene)
ANNA
Adagio...
GIOVANNI
Tu lo sai chi è che muore... Sarà Giovanni? E se Giovanni muore, sfugge al diavolo? (si ferma, fa una smorfia di dolore e si porta la mano al capo) Che male! (Escono lentamente).
SCENA VI
GIORGIO, ANNA
GIORGIO (entra rapidamente dal fondo )
ANNA! (venendo a sinistra) Annetta!
ANNA (venendo da sinistra)
Giorgio! ( concitata) Che cerchi? che vuoi? Ti avevo pur detto di non venire finché non facevo il segnale! Te l’ho forse fatto? Vuoi che Dragomiro ti trovi qui?... Vattene via, e non tornare finché non ti chiamo.
GIORGIO
Aspetta che ti dica... Son venuto a portarti una buona notizia...
ANNA
Che buona notizia?
GIORGIO
Vengo dall’osteria del Pope... Dragomiro è sempre là... È ubriaco... Ha giocato a carte, ha perso, e ha offerto da bere a tutti.... pope, notaio, sindaco, son tutti all’osteria...
ANNA
E questa la chiami una buona notizia?
GIORGIO
Aspetta... Dragomiro parte all’alba.
ANNA
Sí, va al mercato.
GIORGIO
No... parte, ma non ritorna più.
ANNA
Come?
GIORGIO
Ti lascia... se ne va per il mondo!
ANNA
Che dici? (fra sé) Questa non la credo.
GIORGIO
Annetta...
ANNA
Via dunque! ma ci sono anch’io, qui.
GIORGIO
Non sei contenta? non hai detto che mi ami?
ANNA
Già! e poi... se ti amo?
GIORGIO
Quando il marito abbandona la moglie, essa ha diritto, per legge, a divorziare da lui e ad andarsene dove vuole.
ANNA (con impazienza)
Che sciocchezze dici... Come può partire Dragomiro? Dove vuoi che vada?
GIORGIO
Non ha detto dove, ma ha preso congedo da tutti... All’alba se ne va proprio...
ANNA
Si vedrà.... (fra sé) Ah sí? (sta sopra pensiero )
GIORGIO
A che pensi?
ANNA
Giorgio, ascoltami bene! Sei un uomo in tutto il senso della parola, o sei un ragazzo? Mi posso fidare di te? Farai quello che ti dico?
GIORGIO
Lo farò.
ANNA
E se poi non lo fai?
GIORGIO
Dimmi di che si tratta, e vedrai.
ANNA
Bene... Vedremo quanto può il tuo amore; ora vattene, e qualunque cosa accada, finché non vedi il segnale, non ti muovere. ( Giorgio fa un gesto) Non una parola, vattene (lo spinge verso il fondo)
GIORGIO
Annetta!
ANNA
Vattene!
GIORGIO
Mi ami?
ANNA (molto impaziente)
Sí, ma vattene... (lo spinge fuori) Che tu non lo incontri... sta attento.
SCENA VII
ANNA
(sola, va all’uscio di sinistra e ascolta; lo apre adagio e guarda dentro; poi si siede alla tavola).
Vuol partire... che fare? Lo grido in faccia a tutti... do il vero colpevole in mano alla giustizia e libero l’innocente... E la prova? I miei sospetti. Ma che prova sarà questa se egli nega? Allora, aspettare? Il che vuol dire per lui ancora un anno da vivere con la paura in cuore... quest’anno se n’andrà per il mondo, e poi potrà raccontare come stanno le cose e... sarà finita: resterà impunito. Questa è la legge, bene; ma io, posso lasciarlo cosí?... No.... non è possibile (pausa).
Questo pazzo è già stato condannato... Per una colpa, piccola o grande che sia, si paga con tutta la vita.... E senza una nuova colpa, il pazzo sarà pur sempre ripreso, e dovrà rientrare là di dove è fuggito?...(pausa) Ma dopo tutto, che è meglio per un pazzo? Trascinare la vita vagabondo e tormentato, senza tetto, senza uno straccio addosso, affamato, o vivere in prigione, vestito, nutrito, curato all’occorrenza, al riparo dalle intemperie?... Essere libero è forse meglio? Godersi la luce del sole allegramente?... Ma è pazzo... e può mai essere allegro un pazzo?... La luce del sole senza la luce della ragione.... Gli servirà, la sola luce del sole, l’inverno contro il freddo, o contro la fame, l’estate? Potrà trovare o no un’anima cristiana che gli faccia l’elemosina di una briciola di pane..., gelerà, o cuocerà tutto il giorno, digiuno, vittima della sua imbecillità, e la sera si addormenterà di fame sul nudo terreno.... Sí, sí.... il suo posto è al bagno.... Chi sa per quale peccato il Signore l’ha gettato nell’abisso, ma è stato cosí buono da togliergli la ragione con cui si renderebbe conto della sua sventura; gli ha dato il fardello, ma gli ha tolto la bilancia! (resta sopra pensiero).
SCENA VIII
ANNA, DRAGOMIRO
DRAGOMIRO
(entra e si ferma sulla soglia; è pallido e come stordito)
Annetta! Annetta!
ANNA (trasalendo)
Sei venuto? (si alza)
DRAGOMIRO
Sí.... ti rincresce? Se ti rincresce.... me ne vado (barcolla)
ANNA
Non mi rincresce che tu sia venuto; mi rincresce che sei venuto ubriaco.
DRAGOMIRO
È così... sono.... questo è vero, sono quasi ubriaco... Ho bevuto... ma l’ho fatto per affogare il dispiacere. (sospira) Sí, sappilo... solo per il dispiacere che tu mi fai!
ANNA
Perché tu abbia bevuto, non lo so; so che sei ubriaco...; va a letto.
DRAGOMIRO
Non voglio coricarmi... Debbo parlare con te.
ANNA
Parleremo domattina; ora non puoi...
DRAGOMIRO
Sí, posso... Dammi da bere.
ANNA
Ancora ne vuoi?
DRAGOMIRO
Ancora ne voglio.... tu, vieni qui e stammi vicina, che debbo parlarti (si mette alla tavola, essa gli porta un boccale di vino )
ANNA
Ecco... per farti passare il dispiacere.
DRAGOMIRO
(alza il boccale alla bocca e si ferma )
Oh te! (sogghignando) non senti?... Perché mi vuoi avvelenare?
ANNA
Sei pazzo, disgraziato!... Perché ti dovrei avvelenare?
DRAGOMIRO
Per liberarti di me, lo so!... per vivere con un altro.... Forse hai messo gli occhi su Giorgio, il maestro.... Ho subodorato qualcosa, io.... (con un sogghigno) Guai a voi!... Vi spacco la testa a tutti e due! (si porta il boccale alla bocca e poi si ferma)
ANNA
Tu vaneggi...
DRAGOMIRO
Mi avveleni, eh? (le dà il boccale, e aspro) Vieni qui! Bevi prima tu... che ti veda io, bere.
ANNA
(prende il boccale, beve, e poi glielo dà)
Ecco.
DRAGOMIRO
O Annetta, di’ la verità, che pensi di me?
ANNA (prendendo il lavoro)
Bene, penso.
DRAGOMIRO
Bene?... Bene sarebbe... Lasciamo correre ( pausa )
ANNA
Dunque, Dragomiro, quando parti?
DRAGOMIRO
Parto? e dove vado?
ANNA
Per il mondo.... lo so io, dove? Ho sentito che vuoi lasciarmi e andar via, dove ti capita....
DRAGOMIRO
Chi te l’ha detto?
ANNA
Che t’importa?... Perché, Dragomiro?...
DRAGOMIRO
Perché ci sto male con te... non mi ami;... non sei una moglie per me, sei una nemica... perché mi hai rovinato....
ANNA
Io? Vorrei un po’ saper come.
DRAGOMIRO
Sí, tu.... Se non ti avessi conosciuta, sarei stato un altr’uomo.... ( beve e sospira ) Eh, che uomo sarei stato!... Ma è finita... ora è inutile... lasciamo correre!
ANNA
E mi vuoi lasciare?
DRAGOMIRO
Sí, solo per qualche tempo.... che tu veda come stai senza di me.... ( beve ) Dammi retta... a che pensi?... Io ho un affare lontano... bisogna che parta domattina... Tu... sii ragionevole, resta a casa e aspettami. Non fare difficoltà... o ti ammazzo!
ANNA
Starai molto tempo assente?
DRAGOMIRO
Un mese, due, tre, più... un anno, non so....
ANNA
Ma poi tornerai?
DRAGOMIRO
Naturalmente tornerò.... Tu devi riscuotere dal Pope con uno scritto — ricordami che te lo dia — cinquecento lei2... La locanda la potrai affittare: anche il Pope la vorrebbe prendere.... Le tavole da coprire il tetto che sono nella rimessa le puoi vendere... gli assi te li porteranno giù fra qualche giorno... non pagarli più di trentacinque lei...; vendili, puoi prenderci fino a cento lei.
ANNA
(dopo averlo ascoltato con pazienza, scuotendo il capo)
Ah, Dragomiro!
DRAGOMIRO
Ebbene?
ANNA
Ma ci posso credere, io, che tu torni? Non lo vedo forse che fai testamento? (si alza ) Dragomiro, tu non devi partire.... come è possibile una cosa simile! Lasciare la tua casa e fuggire così per il mondo... Perché? Sei rovinato, e vai a servire dove nessuno ti conosce?
DRAGOMIRO
Eh via!
ANNA
O il fuoco ti ha bruciato tutto e vai a cercare un rifugio altrove?
DRAGOMIRO
No!
ANNA
O che hai commesso una cattiva azione e hai paura del castigo, per andartene cosí fuori del tuo paese, lontano dai tuoi e dalle cose tue...
DRAGOMIRO
Ma via!
ANNA
Chi fugge cosí? Chi abbandona cosí la casa e il paese da un momento all’altro e se ne va per il mondo?... Soltanto i disperati, i bricconi, o... i pazzi...
DRAGOMIRO (beve e sogghigna)
I pazzi....
ANNA
Disperato non hai ragione d’esserlo, perché, grazie a Dio, da vivere ne hai...; cattive azioni, dici di non averne commesse: tu lo sai, e Domineddio che vede nella tua coscienza... Allora, Signore misericordia, sei pazzo!
DRAGOMIRO (c. s. )
Chi sa?... lo sarò...
ANNA
Non ridere di ciò... tu sei un po’ strambo... cioè, come un po’! lo sei completamente; da un pezzo hai perso la testa (Dragomiro ascolta nervoso). La notte fai dei brutti sogni e ti lamenti sempre nel sonno.... Hai paura di dormire con la lampada spenta.... Prima, quando mai capitava che tu ti ubriacassi!... Ora affoghi la ragione in un bicchiere di acquavite.... Prima, mi obbligavi a fare elemosine e a dire le preghiere per l’anima di Demetrio (Dragomiro si turba) — perché era stato per te un buon amico, ed era un peccato che un uomo simile avesse fatto quella fine! — tanto che mi stupivo di te, che dopo avermi sposata, non facevi che ricordarmi il mio primo marito... Da qualche tempo, tutto è cambiato: se qualche rara volta lo rammento, vai sulle furie... Ci pensi a quello che hai fatto poco fa?
DRAGOMIRO
Quando, poco fa?
ANNA
Poco fa, quando Giorgio leggeva.
DRAGOMIRO
Ebbene?
ANNA
Hai detto certe parole... se quello non ti conoscesse, potrebbe credere....
DROGOMIRO
Che parole? che ho detto?
ANNA
Quello che non avresti dovuto dire.... Pazienza nell’ubriachezza, vada pure.... il cervello è annebbiato.... Ma non eri ubriaco...
DRAGOMIRO
Ebbene? che ho detto?
ANNA
Mi hai chiesto che penso di te, se credo che tu abbia ammazzato Demetrio... e Giorgio era presente!
DRAGOMIRO
E tu che hai risposto?
ANNA
Ti ho risposto come sempre... che sei pazzo.
DRAGOMIRO ( irritato )
Pazzo!...
ANNA
Ecco, vedi... ho notato che non puoi sentire questa parola. Ma che hai, Dragomiro? Ci dev’essere sotto qualche peccato... confessati... fa la comunione...
DRAGOMIRO
E che, sto forse per morire?
ANNA
Non ci si confessa soltanto in punto di morte...
DRAGOMIRO (seccato)
Mi confesserò un’altra volta, ora non ho tempo.
ANNA
Quando?
DRAGOMIRO
Quando sarò tornato.
ANNA
Se tornerai...
DRAGOMIRO
Eh già! se tornerò... (si alza stordito) mi confesserò... Ebbene, e poi? È questa, la vita dell’uomo! Tutti, li inforca il diavolo... tutti hanno da morire, tutti! Anch’io debbo morire.... anche tu devi morire, anche Giorgio, tutti.... uno dopo l’altro, come al molino (si guardano a lungo) Tu, donna, tu sei la tentazione Annetta! Annetta! (le accenna, barcollando, di venirgli vicina) Vieni qua!... Vieni qua, capisci?... Domattina parto— Ma perché non mi ami, tu? (la afferra)
ANNA (tentando di allontanarlo)
Lasciami....
DRAGOMIRO
Non ti lascio (la tiene suo malgrado)
ANNA (fissandolo)
Di’ un po’, Dragomiro, ti ricordi, ier l’altro alla cerimonia funebre, — mi son sempre dimenticata di domandartelo — quando è venuto quel soldato, perché sei fuggito?
DRAGOMIRO
(la lascia, respingendola leggermente)
Quale soldato?
ANNA
Quello che somigliava così tremendamente a Demetrio....
DRAGOMIRO
Lo sai tu chi è. (torna alla tavola)
ANNA ( dopo una pausa )
Dici che parti all’alba?
DRAGOMIRO (cupo)
Sí... parto...
ANNA
Allora, va a letto... hai anche bevuto... è quasi mezzanotte...
DRAGOMIRO (finisce di vuotare il boccale)
Vado! (va verso l’uscio della sua camera, il secondo a sinistra) Sono ubriaco...
ANNA
Lo credo.... (seguendolo lentamente) Vatti a riposare... (accentuando) e...
DRAGOMIRO (dalla soglia)
E... che cosa?
ANNA
Fatti il segno di croce per non fare dei brutti sogni.
DRAGOMIRO
Bene! ( esce a sinistra. Anna guarda dall’uscio nella stanza)
ANNA
Cosí.... Adesso dormi (chiude l’uscio ed ascolta, poi va ad ascoltare all’altro, poi discende) Sègnati, Dragomiro, che l’ora si avvicina!
cala il sipario