M'è sparito dagli occhi il mio bel Sole
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GIO. BATTISTA CATENA.1
sestine.
M’è sparito dagli occhi il mio bel Sole:
E chi resister puote a tant’orrore?
È spento ogni splendore, o mia pupilla,
E l’alma si distilla in doglia e in pianto!
Ma dov’è intanto il lume d’una Stella,
6Ch’in gran procella io son lontan dal lido?
Or che dell’Adria il Sole è giunto al lido,
Di duolo è nido l’egra mia pupilla,
Ed ogni stilla addensa più l’orrore,
E cresce col dolore anch’il mio pianto.
Ecco muta il suo ammanto anch’ogni Stella
12Per comparir più bella incontro il Sole!
Ferma, o Pensiero, i vanni avanti al Sole,
Giacchè sì duole all’ombra la pupilla:
E una scintilla prendi da quel lido,
Che sia di speme nido, e non di pianto,
E tolga il muto incanto a quest’orrore;
18Questa farà rossore a ogn’altra Stella.
Con questa luce io non cerco altra Stella:
Questa sia quella, che mi guidi al lido:
Ad altra io non m’affido in quest’orrore.
Ripiglia il tuo vigore, o mia pupilla,
A una favilla dell’almo mio Sole.
24Chi meco gioir vuole? io lascio il pianto.
Ninfe, e Pastori, or che ho finito il pianto,
Al salto, al canto, insin che torni il Sole,
O andiamo a cor’ viole intorno al lido.
Amor ti sfido: Io prenderò una Stella,
E tu la tua facella in quell’orrore:
30Giuochiamc’il cuore, o almeno una pupilla.
Ah ch’io deliro! Tu non hai pupilla,
L’onda non è tranquilla, e lungi è il lido.
Aglauro i’ grido; non tardar il mio Sole,
Sul Tebro splender suole amica Stella.
Aglauro bella, io mi disfaccio in pianto:
Se indugi tanto, io moro in quest’orrore.
Così la Stella fugherà l’orrore,
E la pupilla darà fine al pianto,
E godrò il Sol più lieto in questo lido.