Lupo e tedio
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Questo testo fa parte della raccolta XIII. Da 'Psiche'
XXVIII
LUPO E TEDIO
In cima di selvaggio ermo dirupo
suo ruvido moschetto il pastor spiana
contro la bianeicante ombra del lupo,
che spuma, a notte, da la negra tana.
Poi quando rompe a le tenebre il cupo
la oriente nel ciel stella Diana,
morto e’ lo canta, e con le agnelle a strupo
giú per li verdi paschi s’allontana.
E tra i cespugli, a la vorace e tetra
fame de’corvi, si riman l’infranta
belva caduta a insanguinar la pietra.
E anch’io son tale, che il mio tedio uccido:
poi, di tutto in oblio, l’anima canta
coi fantasmi che salvi escon del nido.