Luci veloci/Terza sintesi

Terza sintesi

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Terza sintesi

Stessa stanza. Meriggio.

Perlina

ritta a Musoduro, seduto al suo tavolo:

Tutto fatto. Ho incontrato Mahmud. Elegantissimo. Naturalmente mi ha parlato delle sue avventure. Vecchio sistema per ingelosire le sciocche. Aveva strappato un appuntamento a Floflò in giardino e non sapeva cosa fare della cartella piena di manoscritti. Distrattamente gli proposi di custodirla qui in questa stanza.

Musoduro

Fa vedere. Non comprendo come si possa essere tanto cretini da confidare i piani di una rivolta ad un simile imbroglione. Mahmud è innamorato di te! (Un silenzio) Questo nostro modo di agire è però condannabile da molti punti di vista.

Perlina

Lo credi veramente, papà? [p. 302 modifica]

Musoduro

indeciso:

No. Sono assurde inquietudini le mie. In realtà siamo due amici che si difendono come possono contro la sinistra confusione aggressiva della vita! Un padre e una figlia che si sforzano di estrarre dalla vita un sugo, si, un sugo trasformabile in grandezza italiana e in arte bella.

Perlina

Sugo o petrolio? Non si tratta forse di un trust di petrolio conteso da arabi e inglesi? Preferisco le lotte ideali fuori e contro le banche!

Musoduro

Eppure si può dimostrare che questa guerra coloniale ha per ideali la luce e la velocità, le nostre sante!

Perlina

Papà, copia tutto ciò che credi interessante nelle carte di Mahmud. Io sorveglio dalla finestra. (Spiando dalla finestra) Eccoli! Mahmud parla concitatamente. Floflò è seria. Mahmud prega Floflò.

Musoduro

Già, Mahmud prega sempre qualcuno o qualcosa: la Inghilterra, Allah, Perlina, Roll o Floflò. Non è furbo e manca di fantasia. Questo piano della centrale elettrica da far saltare, lo conoscevo da tempo.

Perlina

inquieta:

Papà, Mahmud sta implorando Floflò. Tenta di prenderle il braccio. Ma lei rifiuta e lui piange.

Musoduro

Anche ieri piangeva. [p. 303 modifica]

Perlina

Ieri, piangendo, mi ha rivelato ciò che si dice di te a Bassabulà. Ti credono una spia del governo italiano!

Musoduro

Si accorgeranno presto che spio soltanto cose estranee ai loro interessi... Cosa guardi? Perché ti sporgi?

Vocio lontano, poi scoppio di urli sotto la finestra.

Perlina

C’è una grande agitazione nel Suk! Sembra una sommossa. Tutti corrono come pazzi, negri e bianchi! Mahmud saluta in fretta Floflò! Se ne va. No! Entra nel nostro portone... Dammi i suoi manoscritti.

Perlina prende le carte dalle mani del padre, le chiude nella cartella di Mahmud che poi depone in bella mostra. Perlina esce, mentre Musoduro nasconde nel suo tiretto gli appunti e finge di riprendere il suo lavoro a capo chino. Entra Mahmud e senza dire parola spia nella camera, scorge la sua cartella sul divano e, sicuro di non essere visto da Musoduro assorto, esce sulla punta dei piedi mentre cresce il frastuono stradale.

Fatma

aprendo la porta del corridoio, con ansia:

Padrone, domandano del capitano Roll.

Musoduro

Qui non c’è. Guarda nella sua camera. [p. 304 modifica]

Fatma

Ho già guardato. Non c’è nella sua camera. E’ venuto il prete maronita. Vuole parlare al governatore. Piange perché la cavalleria inglese è entrata nel cortile della chiesa. Anche nella moschea ci sono cavalli. Tutti dicono che un diavolo nero vola sulla città.

Fatma esce richiudendo la porta.

John Roll

aprendo la porta del corridoio:

C’è Mahmud?

Nessuno risponde. Esce.

Floflò

aprendo la porta del corridoio:

C’è Mahmud?

Nessuno risponde. Esce.

Perlina

La rivolta scoppia in tutti i punti della città.

Musoduro

Cosa vedi?

Perlina

Il ciabattino armeno pazzo di paura! Scrivani pubblici, mereiai girovaghi, lattivendoli greci, venditori di arance. Un saraf con un sacchetto di monete!

Musoduro

Quale saraf? Il baffuto amico di Mahmud?

Perlina

Si. Zoppica. Deve avere incassato molte legnate. [p. 305 modifica]

Musoduro

Meritate?

Perlina

Acmed e Hait Bey discutono con un cantastorie negro cencioso! Un lustrascarpe sudanese prende a calci un somarista. I somari scappano. Sai, papà, l’innaffiatore stradale ha deposto sul marciapiede la sua pelle di porco piena d’acqua che cola e lava, tutta sola. La strada è vuota. Cosa credi, papà, che si debba fare, noi?

Musoduro

Io non mi muovo. Penso e scrivo. Non temo nulla. Se mi ammazzano verrà finalmente notato sulla carta qualche cosa di preciso. Intanto voglio costruire una luminosa architettura lirica coi pezzi di vita che il destino mi scaraventa addosso.

Mahmud

entrando terrorizzato:

Nascondetemi. M’inseguono.

Perlina

Chi vi insegue?

Mahmud

Non so. I miei amici. I miei nemici. M’inseguono!... Qui. Qui. Sotto il letto, o meglio, nell’armadio.

Mahmud si nasconde nell’armadio. Lungo silenzio.

Un arabo

forzando la porta:

Dov’è Mahmud? Quel traditore ci ha venduti agli inglesi! Già, io non mi sono mai fidato di quell’amico di Roll [p. 306 modifica]e del governatore. Ora incomincerà il bombardamento. Sono entrati nel porto due nuovi incrociatori. E’ lui che li ha chiamati! Aveva i piani della città di Bassabulà e li ha venduti. Senza il suo tradimento ci saremmo finalmente sbarazzati degli inglesi. (Si ferma di colpo) Ah! Ah! Lo sento nell’armadio!

Perlina

affrontando l’arabo, che si sforza di aprire l’armadio:

Vi sbagliate! Ora vi dirò io, la verità. Mahmud Bey non è nascosto qui per scopi politici. Egli veniva qui per una signora. E’ innamorato della mia matrigna! Si, la mia matrigna! Per farle uno scherzo si è nascosto in quest’armadio. (A Floflò che entra, stralunata) Non è vero, Floflò?

Floflò

dopo avere guardato Musoduro che alza le spalle:

Si.

L’arabo

Tanto meglio! Traditore e imbroglione di donne! Fuori!

I tre arabi tirano fuori Mahmud. Lo ammanettano e lo conducono fuori.

Perlina

Guarda, papà. Una granata esplode sul forte Morah.

Floflò

si siede tutta tremante e piangente:

Povero Mahmud! Per colpa mia! Per colpa mia! Sono una sciocca! Sono io che l’ho rovinato! Lo ammazzeranno!

Esce dalla porta che dà sul corridoio.

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Musoduro

guardando fuori dalla finestra spalancata:

Senza muovermi dal tavolo, scrittore privilegiato, posso precisare liricamente la bellezza delle luci veloci. Ora invece di scivolare sotto la porta, fioriscono in cielo. Sono forse la fine di un dramma o, meglio, le corone delle ultime note di un’opera musicale.

Perlina

alla finestra:

Penso invece che il dramma ricominci ora. I passanti hanno facce da terremoto.

Musoduro

Nel quarto d’ora che precede un disastro, le facce di coloro che sono destinati a parteciparvi portano un frammento di quel disastro stesso stampato obliquamente sul viso. Non vedi tutto ciò? Dimmi.

Perlina

sporgendosi:

Cosa?... Ho capito! (Musoduro) La birraia mi grida di fuggire. Dice che gli inglesi bombardano anche il nostro quartiere.

Musoduro

Impossibile. Ad ogni modo, non ti è venuta certo l’idea di fuggire, Perlina?

Floflò

entrando spaventata:

Bisogna fuggire! Fuggire! Immediatamente! Ma come? Dove? [p. 308 modifica]

Perlina

Decidi tu, papà. Io credo opportuno lasciare questa casa.

Musoduro

Hai evitato la parola fuggire. Ciò dimostra che siamo già in fuga. So perfettamente che un atto di coraggio non ha ragione d’essere in questo momento. Ma come faremo ad uscire o, meglio, come faremo a liberarci da questa stanza? Questa stanza la porto sulla schiena come uno zaino. E’ diventata la mia pelle! Dovrei strapparmi la pelle per uscire... Però se esco, lei, lei mi riprenderà!

Floflò

Partire cosí, Perlina? E i nostri bagagli? La mia bella veste? Io già non posso, non posso partire cosí su due piedi. E’ assurdo, impossibile!

Perlina

Musoduro, liberati dai fantasmi. Non sei dunque più il ferreo Musoduro? Fa un ultimo sforzo.

Musoduro

Non temere. Vincerò. (Musoduro lotta contro i pesi e i magnetismi della stanza) La stanza mi tentacola. Il soffitto mi pompa la testa, e ruzzolo senza avanzare in una rete fitta di ricordi. Quando lasciai la casa di mio padre non sentii la minima lacerazione, mentre questa stanza mi ammanetta tutto, e mi stritola come se fosse lei stessa una mano di piombo. Aiutami, Perlina! Aiutami, Floflò! Siete già libere voi. E’ me che vuole trattenere!

Con uno sforzo tremendo escono tutti e tre dalla porta che dà sul corridoio.

Sipario