Lo spirito di contradizione/Lettera di dedica

Lettera di dedica

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Lo spirito di contradizione L'autore a chi legge

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AL NOBILE ED ORNATISSIMO CAVALIERE

Il Signore

AGOSTINO PARADISI

PATRIZIO REGGIANO

È
qualche tempo, Signor mio, e Padrone Veneratissimo, che io desiderava l'onore di conoscervi personalmente, dopo che conosciuto vi avea per riputazione, dopo che avea gustate le vostre amabili Poesie, e dopo le infinite cose che di Voi m’avea dette il nostro amabilissimo Signor Senatore Albergati1. Nel mio viaggio in Francia passai espressamente per Reggio2 ebbi la fortuna di trattenermi con Voi, e vidi la vostra gentilezza andar del pari col vostro sapere, e che i vostri ragionamenti sono tanto pregievoli quanto le opere della vostra mano. Ho messo bene a profitto il brieve tempo che ho potuto restar con Voi, vi ho lasciato con pena, e sono di là partito, pieno di stima per il vostro merito, e di ammirazione per il vostro talento. Oh sa ben egli il Signor Marchese Albergati scegliere gli Amici suoi! Voi siete legati insieme per merito, per virtù, per inclinazione, e vi siete uniti ambidue, per mia gloria, per onor mio, ad amarmi, a proteggermi, ad animarmi. Voi sapete la grazia che l'amico vostro si è degnato accordarmi; sapete ch’ei mi ha permesso di onorar le mie opere col suo nome; spero che Voi ad esempio suo me l’accorderete, e tanto lo spero con sicurezza, ch’io vi presento e vi dedico una mia Commedia, nell'atto medesimo che io vi supplico di accettarla.

Non badate alla qualità dell’offerta, ma all’animo e all’intenzione mia, che ve la offerisce. Vi parlerò schiettamente, con [p. 108 modifica]quella verità che è sempre stata, e sarà sempre indivisibile mia compagna: Non ho pensato a scegliere una Commedia per farmi onore con Voi, ma ho pensato soltanto a scegliere un Mecenate che onorasse le opere mie. Se avessi maturamente considerato il vostro grado, la Nobiltà vostra, e il sublime vostro talento, mi sarei lungamente fermato sulla scelta dell’opera, e avrei finito per non trovarne nessuna degna di quest’onore; ma siccome ho posto gli occhi soltanto al vostro carattere dolce, amoroso, gentile, la bontà di cuore (diss'io a me stesso) è disposta a tutto aggradire, ed i grandi uomini non guardano le miserie altrui per minuto.

Voi siete quello che fa onore alla nostra Italia, portando la Poesia principalmente a sì alto grado, che infiniti sono quelli che vi seguitano a dietro, pochi quelli che vi camminano a fianco, ed è difficile ritrovare chi vi preceda. Le vostre immagini sono divine, robusti e soavissimi i vostri versi, terso ed elegante lo stile, felici gli argomenti, e la dizione chiarissima. Oltre a ciò. Voi avete il dono felicissimo della traduzione; Voi trasportate le opere straniere alla nostra lingua Italiana così giustamente, che nulla togliete loro del merito originale, ma gli accrescete le grazie e la perfezione. Ho letto con ammirazione alcune Tragedie da Voi tradotte, so che siete disposto ad arricchire con esse la litteratura Italiana, lo desidero con avidità, per mio proprio interesse, e per quello de’ buoni amatori e conoscitori di cotal genere3. Permettetemi, che prima di terminar questa lettera, vi parli di un’altra cosa, che moltissimo m’interessa e mi onora. Voi avete unito nella vostra Illustre Città una Compagnia di Giovani dilettanti, che rappresentano delle Tragedie e delle Commedie; questa è una cosa che io lodo, e non cesserò mai di lodare, sendo le Teatrali rappresentazioni, castigate e prudenti, il più onesto, il più universale trattenimento; tanto più, se sieno queste da persone bene educate elegantemente eseguite; tanto meglio, se un uomo del vostro talento ne presiede alla direzione. Quello però che [p. 109 modifica]maggiormente mi penetra, m’insuperbisce e mi onora si è, che abbiate dato principio ad un sì bell’esercizio con due delle mie Commedie: col Padre per amore4, e coll’Uomo di mondo5. Oh vedete dunque, Signor mio amabilissimo, se con tali sicurezze dell’amor vostro per me, posso io diffidare della vostra bontà, della vostra generosa disposizione ad accettare la Commedia che ora umilmente vi dedico e vi raccomando. Farmi di essere nella mia fiducia tranquillo, e vi rendo anticipatamente le più umili rispettose grazie nell’atto di protestarmi ossequiosamente

Di Voi, Nobile ed onoratissimo Cavaliere


Umiliss. Devotiss. Obbligatiss. Servitore

Carlo Goldoni.


  1. Vedasi nel volume precedente la dedica del Cavaliere di spirito al marchese Albergati
  2. Ai 26 giugno del 1762: v. G. Cavatorti. Il G. a Reggio, in Modena a C. G., Modena, i 907. p. 338. — La presente lettera di dedica fu stampata l'anno 1763 nel t. IX del Nuovo Teatro Comico dell’Avv. C. G. (ed. Pitteri, Venezia).
  3. Uscirono in luce l’anno dopo nella Scelta di alcune eccellenti Tragedie Francesi Iradotte in verso sciolto, Liegi [Modena], 1764, 11. 2. Vedasi la cit. dedica del Cavaliere di spirito.
  4. Vedasi la commedia precedente.
  5. Vedasi vol. I della presente edizione. Alludesi a queste recite nella lettera del Goldoni al Paradisi in data 28 marzo 1763, da Parigi (Masi, Lettere di C. G., Bologna, 1880, p. 204).