Lirica (Ariosto)/Sonetti/XXIII. - A Dio, perché lo sottragga,...

XXIII. - A Dio, perché lo sottragga,...

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XXIII

A Dio, perché lo sottragga, pentito, all’inferno.

     Come creder debbo io che tu in ciel oda,
Signor benigno, i miei non caldi prieghi,
se, gridando la lingua che mi sleghi,
4tu vedi quanto il cor nel laccio goda?
     Tu che ’l vero conosci, me ne snoda,
e non mirar ch’ogni mio senso il nieghi;
ma prima il fa’ che di me carco, pieghi
8Caron’ il legno alla dannata proda.
     Iscusi l’error mio, Signor eterno,
l’usanza ria, che par che sí mi copra
11gli occhi che ’l ben dal mal poco discerno.
     L’aver pietá d’un cor pentito, anco opra
è di mortal; sol trarlo da l’inferno,
14mal grado suo, puoi tu, Signor, di sopra.