39. Città dell'Africa

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Partimmo del reame di Portogallo. Passando per mare, arrivammo in Affrica, a una città ha come Zirolta; era de’ mori, questo re di Portogallo la prese per forza, e ancora la tiene.

Più là una giornata trovammo una città che ha nome Tanziere. Perché sappiate che noi andavamo facendo, noi andavamo cose maravigliose cercando. Poi trovammo un’altra città, ch’à nome Azimuire; più oltre ne trovammo due città: l’una ha nome Eram, l’altra Unere. Questo paese si chiama il reame di Bela Marina.

Più oltre cinque giornate è uno altro reame, che si chiama Tremozine; el re è moro, ha nome Adalnamino. Più oltre sei giornate è uno altro reame, chiamato reame di Fessa, dove sono, in questa città, mille quattrocento mulina d’acqua; e è una gram città: sonvi ventidue mila di case d’abitare; el re ha nome Belco.

Passando più là due giornate, arrivamo a una gram città chiamata Moroco; infra Fessa e Moroco è disabitato, e èvvi in questo mezzo una rocca in su uno monte di sasso.

Nel mezo del sasso è una gramdissima buca, dove è uno gramdissimo ragnatelo nutricatovisi più di duecento cinquanta anni. Noi eravamo bene a cavallo e andavamo da Fessa a Moroco, in conpagnia delle cavalle che portavano spezie; el re di Fessa mandava quattro cavalli a presentare al re di Morocco; erano menati a mano, che niuna persona gli cavalcava, erano in conpagnia delle cavalle e di noi. Passando noi a lato a questo monte del sasso e a lato a questa buca del ragnatelo, uno moro veniva dietro a noi con quelli quattro cavalli a mano: dinanzi alla buca el ragnatelo cavò fuori della buca solo una zampa, e prese uno di questi cavalli, e tirollo dentro, e divorollo. Il ditto moro gridava dicendo: "E m’è stato tolto uno cavallo!". El maestro delle cavalle si voltò indietro, e cominciò a gridare che noi andassimo tosto, perché era tempo che il ragnatelo doveva uscire della buca. Finalmente noi el vedemmo, e non potevamo credere che uno ragnatelo fusse sì gramde. Andamoli presso a una mezza arcata: el ragnatelo mosse a venire verso noi. Quando el vedemo venire, fuggimmo alla nostra conpagnia. Giurovi in verità che egli era gramde quanto uno gramdissimo padiglione d’uno gram signore. Giungiemmo alla città di Moroco, e contammo el caso al re. Disseci noi averne avuto buona derrata d’essere scampati, perché questo ragnatelo sta tre mesi dell’anno fuori della buca, e niuna persona osa passare questi tre mesi per quella via.

El re ci fece gramde onore; stemovi sei mesi, e sempre ci fece le spese. Questa città è di mori, èvvi uno vescovo cristiano. Questa città ha questa dignità; questo vescovo piglia sua dignità, e non s’inpaccia d’altro.

Noi pregammo questo re ci facesse accompagnare fino al fiume dell’Oro. Sonvi giornate venti; di queste giornate ne sono due montagne, le più alte del mondo, che hanno nome Monti Chiari; da questo fiume [d]ell’Oro fino in India, dove sta Presto Giovanni, sono giornate trenta, andando per mezo giorno. Per questo fiume dell’Oro trovammo molte reti da pescare, e non vedemmo di chi fussono.