24. Il Cairo, il Nilo

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Qui lascerò istare le cose di Levante e Mezodì, perch’assai n’è detto; e del Cairo none abiàno detto nulla, e però io voglio ne ’ntendiate alcune cose. Noi andamo al Cairo; e sapiate ch’ell’è una gran città, ed è abitata da molta giente. E in questa città sono dieci mila e quattro piaze, e per ciascuna piaza sono dodici mila case.

Ancora v’è molte gienerazioni di mori, e’ quali non ànno case; e sono ignudi, che non ànno nulla in dosso, se none una peza intorno alla natura, secondo che noi vedemo; e udimo ch’erono circa duecento mila quelli che sono come dico, che vivono di limosina si fa alla moschea, che una volta il dì ànno pane e carne. Queste limosine sono lasciate da’ mori; e per loro governo ànno grande quantità di camelli, i quali portano aqua da questo fiume colli otri, e vanno dando bere a ciascuno di detti poveri sanza danari pe’ reverenza di Maumetto.

El detto fiume è chiamato il Garles; e dicono che questo fiume viene dal Paradiso Terestro, e mena gran quantità di papagalli, e viene co.lloro la madre su pezi di verzino. Questo fiume cresce due volte l’anno, ciò è d’aprile e di luglio. D’aprile seminano el grano e ogni altra biada, e di poi cade la rugiada come piova, che governa le biade seminate.

In questa città del Cairo è un bello castello, che intorno gira due miglia. Ed è la città sotto il Soldano di Banbilonia. Ed èvvi drento sette torri altissime, chiamate li granai di Faraone. E in detta città sono diputate grandissime quantità d’uomini, che vanno ogni notte su per le torri gridando che ciascuno usi colla sua donna per multipricare.

E nel sopradetto fiume è una ragione di serpenti, che ànno quattro piedi, come i dragoni, ma non ànno l’alie, e sono male bestie, e non ànno uscite di sotto; e, quando ànno patito il loro cibo, lo ributtono per la boca in forma di vermini: allora escie fuori dell’acqua, e ponsi in terra rovescio colla boca aperta. E la natura à prodotto che vengono certi ucelli, che ànno una spina sotto l’alie, e vanno a becare in boca de’ detti serpenti e’ detti vermini; e volendo il serpe istrignere la boca, non può per la spina che pugne.

Questo fiume fa due rami, che l’uno va in Damiata e va in mare, e l’altro presso Allessandria a quattro miglia, e mette in mare. E da Allessandria al Cairo sono quattro giornate, e dal Cairo a Damiata cinque giornate. E per questa via si può ire al Monte Sinai, dov’è il corpo di Santa Caterina, a dieci giornate. E sapiate che nella città del Cairo sono circa quindici mila case di Giudei.