21. Tabriz e Baghdad

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E di poi el detto re ci menò alla città di Taurissi, e penamo andarvi quindici giornate; la quale città è distrutta, perché uno de’ figliuoli del Tanburlà, che aveva nome Basiche (...( Nel tenpo che noi fumo là il detto re ci disse che quella città era abitata da fuochi cento trenta mila o più, e ne’ nostri dì era abitata di fuochi quaranta mila. In questa città è grande quantità di gioie, e fanno il mercato di notte; e sono donne che le vendono, perché di dì nolle vegga persona.

Istemmo nella detta città di Taurissi quaranta giorni; e il detto re ordinò ci fosse fatto grande onore, e feci di continovo le spese. E di poi ci fece aconpagnare infino alla città di Baldaca, che v’è quattordici giornate. La quale è una grandissima città, e chiamasi Ecoli. In nello detto fiume è un ponte, che agiugne dall’una città a l’altra, ed è lungo uno miglio; e in su questo ponte è una capella, nella quale è ’l corpo di Daniello profeta, e noi lo vedemo. Ora voglio che voi sapiate che questa città di Baldaca è molto grande, ed è abitata da dugento mila fuochi di Giudei; e fassi in questa città grande quantità d’indaco; e ispendevisi una moneta molta istrana, che sono foglie d’alberi, che mai non si secono. Questi alberi sono del re di Persia, e sono guardati, che nessuna persona ne possa furare. E sapiate che ciascuna di questa foglie vale quattro ducati.

Ora voglio che voi udiate della città di Cheli, ch’è abitata da trenta mila fuochi, e favisi certe ragioni di canne, che ne cavono molto tesoro; e la detta città di Cheli e di Baldaca sono del re di Persia, come è detto. E da detta città insino alla torre di Banbilonia è quindici giornate, tutte ispopolate, eccietto che vi si truova alcuno romito, che servono a Macometto.