Lezioni e racconti per i bambini/Un regalo
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Un regalo.
— Fra otto giorni è la festa di Manfredo, diceva l’Ida alla sua mamma. Non so proprio che cosa dargli: vedi, mamma, tu dovresti comprarmi qualche bel gingillino di suo gusto: così mi farei onore e lo contenterei. - In questo caso, figliuola mia, il regalo lo farei io e non tu. — È vero anche cotesto. Ma se non ho nulla che possa piacergli! — Vediamo un po’: hai una bella pianta di viole...
— Il violo! Ti pare? Di dove prenderei i fiori per farti i mazzolini? Quello non lo posso dar via.
— Hai il passerotto!
— Oh mamma! Il passerotto? Un passerotto ammaestrato tanto bene, che mi vien dietro da per tutto!
— E le tortorine?
— Anche quelle, lo sai bene, le ho, si può dire rilevate da me, fino da quando uscirono dall’uovo. Le chiamo le mie figliuole.
— Dunque non hai proprio nulla da dare al povero Manfredo!
— Per quello sì! Ci avrei....
— Che cosa?
— Te ne rammenti di quella bella borsa di seta rossa traforata che mi regalò la zia, anno, per ceppo? È una gran bella borsa!
— È vero. Ma cosa vuoi che ne faccia il tuo fratellino? Egli non ha denari, nè potrebbe quindi adoprarla. Anche tu, appena la ricevesti, corresti subito a buttarla nel fondo del cassettone.
— Scusa, mamma, ma la borsa sarebbe un bel regalino!
— No, figliuola: un regalo, a voler che sia bello deve piacere a noi e far piacere a chi lo riceve.
— Dunque, a detta tua, io dovrei regalare a Manfredo tutte le cose che mi sono care!
— Tutte, no. Una sola basterebbe!
L’Ida riflettè un momento e disse:
— Quand’è così, coglierò, per la festa di Manfredo, i più bei fiorellini della mia pianta, e gli regalerò il passerotto.
— Brava bambina! Lo dicevo tra me che la mia Ida ha buon cuore!
— Aspetta: cominciando da oggi, voglio che il passerotto si avvezzi a volar sulla spalla di Manfredo: così gli si affezionerà, e quando glie lo regalerò, lo gradirà di più.
— Dammi un bacio, figliuolina mia amorosa. Quest’attenzione gentile raddoppia il valore del tuo regalo. Vedi, cara: è il cuore quello che rende prezioso il dono più umile. Ti assicuro che non potresti fare un regalo più bello a Manfredo ed a me.
— Anch’io sono contenta, disse la bambina.
— E lo sarai ancor più il giorno della festa, riprese la signora Maria: ho intenzione di dare una merendina a Manfredo e d’invitare tutti i suoi amici. Tu, s’intende, ne farai gli onori, e ti comporterai da quella donnina giudiziosa e assennata che sei sempre stata. L’hai caro?
L’Ida dette un bacio alla mamma e corse in camera sua a dare un seme al passerotto. Curiosa! Non le era mai parso tanto bellino!