Lezioni di analisi matematica/Capitolo 6/Paragrafo 31
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§ 31. — Esempi preliminari di limiti.
Sia un pendolo mobile attorno ad un punto O; e ne sia la posizione di equilibrio stabile. Supponiamo che il pendolo si muova in un mezzo così viscoso, che la resistenza del mezzo impedisca al pendolo di risalire dopo che sia disceso in . L’angolo che forma con va diminuendo, e diminuisce indefinitamente fino a diventare tanto piccolo quanto si vuole, e, quando è diventato minore di un qualsiasi angolo , non cresce più, ma resta minore di . Ora è una funzione del tempo impiegato dal pendolo nel suo movimento. Quanto più aumenta, tanto più piccolo diventa e resta. Cioè che esprimeremo dicendo, che tende a zero, (ha per limite zero, diventa infinitesimo) se cresce indefinitamente (per ) e scrivendo .
Sia ancora un pendolo oscillante attorno ad un punto ; e ne sia la posizione di equilibrio stabile. Per fissare le idee, supponiamo che gli attriti, la resistenza del mezzo siano tali che, se il pendolo parte da una posizione che con fa un angolo , esso, oscillando, giunga dall’altra parte di fino alla posizione , che con fa angolo . Cosicchè, tenendo conto dei segni, possiamo dire che, se l’angolo di con ha il valore al principio di una oscillazione, il valore di varia durante l’oscillazione e, partendo da , e passando per lo zero, giunge fino al valore . Naturalmente poi il pendolo retrocede fino a che il valore , ripassando per lo zero, giunge al valore , per poi retrocedere di nuovo giungendo al valore , e così via.
E resta evidente che, se si prende il numero delle oscillazioni compiute dal pendolo abbastanza grande, si rendono piccoli a piacere i valori che può poi assumere : ciò che esprimeremo scrivendo .
Infatti, se è un numero positivo piccolo a piacere, sia così grande che . Per sarà .
E quindi per l'angolo è a fortiori minore di .
Tra i due precedenti esempi passa una certa differenza di comportamento. Mentre nel 1° la varia al crescere della sempre in un verso, e, senza mai essere nulla, finisce col diventare e restare piccola a piacere, la quantità del secondo esempio tende pure a zero. Ma essa non varia sempre in un verso: il suo valore assoluto prima diminuisce fino ad annullarsi, poi aumenta di nuovo, torna a diminuire, e così via. I massimi valori che raggiunge in ogni oscillazione vanno diventando però sempre più piccoli; cosicchè anche la del secondo esempio, come la del primo, finisce da un certo momento in poi con l’essere diventata e restare piccola a piacere in valore assoluto.
Se un punto si muove di moto uniforme su una retta , partendo da , e muovendosi per esempio verso destra, la distanza cresce sempre, anzi ad un certo istante in poi diventa e resta maggiore di una qualsiasi lunghezza assegnata. Se, per esempio, misuriamo il tempo (in minuti, o in secondi, o eccetera) a partire dall’istante iniziale dal movimento, e se è la velocità (supposta costante) del movimento, dopo unità di tempo, si ha . Ciò che noi esprimeremo scrivendo (quando cresce indefinitamente), o anche senza altro .
Sia ora un punto che oscilli rapidamente intorno al precedente punto mobile , e supponiamo che l’ampiezza di tali oscillazioni sia costantemente di 1 cm. La distanza potrà anche in certi intervalli di tempo diminuire (quando si muove oscillando in direzione opposta al movimento di ). Ma ciononostante i valori minimi che successivamente acquista vanno crescendo sempre, vanno diventando grandi ad arbitrio, cosicchè ad un certo istante in poi anche diventa e resta maggiore di una qualsiasi lunghezza assegnata. Perciò noi diciamo ancora che .
) Consideriamo la quantità ; essa è una funzione della nel campo formato da tutti i possibili valori della , eccettuato il valore .
Si noti che per si ha rispettivamente ; ; , eccetera. E si riconoscerà tosto che, man mano che la si avvicina a , il numero diventa e resta piccolissimo, il numero grandissimo (in valore assoluto); ciò che noi indichiamo scrivendo .
Il lettore costruisca il diagramma (la curva immagine) della nostra funzione (che si trova essere un’iperbole equilatera) e cerchi di illustrare col disegno i fatti qui enunciati.
Si noti che, per assegnare il , si sono considerati i valori delle prossimi al valore , e non il valore , per il quale anzi la non è neppur definita.
) Consideriamo infine un pendolo che oscilla senza smorzamento attorno al punto . L’angolo di con la posizione di equilibrio stabile varierà da un certo valore fino a , per poi tornare al valore , e così via. In ogni oscillazione esistono valori di vicinissimi ed anzi coincidenti con ogni numero scelto nell’intervallo . Ma , dopo essersi avvicinato al valore , se ne allontana; e la misura di questo avvicinamento, pur raggiungendo ad ogni oscillazione addirittura il valore zero, continua pure a raggiungere i valori e ; cosicchè, pur diventando minore di un numero piccolo a piacere, non resta, da nessun istante in poi, minore di un tal numero . Noi diremo perciò che non esiste, o che non tende ad alcun limite, quando il numero delle oscillazioni tende all’infinito.