<dc:title> Lezioni di analisi matematica </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Guido Fubini</dc:creator><dc:date>1920</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Lezioni di analisi matematica.pdf</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Lezioni_di_analisi_matematica/Capitolo_17/Paragrafo_107&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20230105190704</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Lezioni_di_analisi_matematica/Capitolo_17/Paragrafo_107&oldid=-20230105190704
Lezioni di analisi matematica - Capitolo 17 - Esempi di cambiamento dì variabili in formole di calcolo differenziate Guido FubiniLezioni di analisi matematica.pdf
§ 107. — Esempi di cambiamento di variabili in formole di calcolo differenziale.
Noi, piuttosto di dare una teoria generale, diamo alcuni esempi del come sia facile risolvere problemi di questo tipo. E supporremo senz'altro soddisfatte tutte le condizioni, che ci permetteranno di applicare i teoremi che invocheremo (p. es., derivate finite, oppure finite e continue, denominatori differenti da zero).
I. Siano due funzioni di definite nello stesso intervallo. Dalla prima di esse si possa dedurre come funzione della . Coicchè, sostituendo nella seconda, si possa pensare come funzione della .
Si calcolino , supponendo note .
È:
{{centrato|
A questa formola si potrebbe giungere (senza usare i differenziali) ricordando che per la regola di derivazione delle funzioni inverse e che .
È:
,
, ecc.
[p. 348modifica]II. Con le notazioni precedenti, è ben evidente che non si possono viceversa calcolare le quando soltanto si conoscano le , perchè tale questione è indeterminata. Il problema resta determinato se aggiungiamo qualche condizione per la variabile , se, p. es., supponiamo scelto in guisa che 1.
Sarà:
, , donde (per la , ossia ) si trae:
,
.
È:
.
, ecc.
III. Sia una funzione di ; le quali siano a loro volta funzioni di due variabili ; cosicchè si possa considerare come funzione di . Conoscendo le
,
[p. 349modifica]si calcolino le ecc. È per il teor. del § 83:
.
.
Queste formole si possono anche ottenere, notando che:
,
e confrontando con:
.
Così con metodo analogo:
, ecc.
(Si ponga, p. es., .
oss. È facile anche calcolare le quando siano note le . Infatti, pensate le come funzioni delle funzioni delle si ha:
,
;
da cui, risolvendo, si ricavano tosto le . In modo simile si calcolano le .
IV. Talvolta si studia una stessa curva , usando in un primo studio certe coordinate , in un altro calcolo altre coordinate [p. es., le coordinate polari , dove [p. 350modifica]. Nel primo caso l'equazione della curva sia ; nel secondo . Si calcolino , ecc., conoscendo le , ecc. Naturalmente devono essere note le formole che permettono di passare dall'uno o dall'altro sistema di coordinate; e .
Sarà:
.
I valori di si ricavano facilmente dalla precedente equazione, ecc.
Come esempio particolare studiamo le relazioni che passano tra le derivate delle , supposto che queste equazioni rappresentino la stessa curva in coordinate cartesiane e polari. È:
;
.
Note
↑Ciò equivale, come vedremo, a supporre che () sia punto generico di una curva, l'arco della quale a partire da un punto fisso, abbia lunghezza .