Lezioni di analisi matematica/Capitolo 11/Paragrafo 72
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§ 72. — Metodo di Newton-Fourier.
α) Lemma. Se è un arco di ccurva e se è finita, non è mai nulla e conserva lo stesso segno nell'arco considerato, allora l'arco è tutto interno al triangolo rettilineo formato dalla corda e dalle tangenti in e in (fig. 29).
Questo teorema è geometricamente intuitivo, perchè nelle attuali ipotesi l'arco volge la sua concavità sempre da una stessa parte . Essa si dimostra rigorosamente cosi.
Fig. 29. In due punti distinti dell'arco le tangenti dell'arco non possono essere parallele, perchè i valori corrispondenti di sarebbero uguali; e, per il teorema di Rolle, in un punto intermedio sarebbe contro l'ipotesi.
L'arco non ha con la corda comune (oltre ai p unti , ) alcun altro punto ; perchè altrimenti per il teorema della media esisterebbe nell'arco un punto , e nell'arco un punto , in cui le tangenti all'arco sarebbero parallele ad e quindi parallele tra di loro.
Così pure l'arco non può avere, oltre al punto , comune alcun altro punto con la tangente in ; altrimenti nell'arco vi sarebbe un punto intermedio , ove la tangente all'arco sarebbe parallele alla tangente in .
E altrettanto dicasi per la tangente in . Quindi il nostro arco, o è tutto interno al triangolo , oppure, pure essendo interno all'angolo , è posto risoetto ad dall'altra parte di . Quest'ultimo caso è però da escludersi, perchè il nostro arco deve essere interno alla striscia limitata dalle normali tirate dai punti , all'asse delle : e perciò l'intersezione delle due tangenti in e in è interna a tale striscia e cade rispetto alla corda dalla stessa banda dell'arco c.d.d.
β) Sia una funzione finita e continua nell'intervallo da noi considearto con derivate prime e seconde finite e continue.
Fig. 30. I punti che la curva ha comuni con l'asse delle sono i punti per cui , o, come si suol dire, solo le radici dell'equazione 1 (fig. 30).
Se per , ed la funzione assume valori di segno opposto, essa assumerà (teor. 3°, pag. 135) nell'intervallo (, ) ogni valore intermedio e quindi anche il valore zero.
Se cioè e sono di segno opposto, nell'intervallo esiste almeno una radice dell'equazione . Questo teorema è geometricamente intuitivo; dall'ipotesi scende infatti che i punti della curva di ascissa , o di ascissa sono da banda opposta all'asse delle . La curva quindi deve incontrare almeno in un punto dell'intervallo (, ) l'asse delle .
γ) Supponiamo: 1° che nell'intervallo (, ) la conservi un segno variabile, che quindi la curva volga la concavità sempre da una stessa parte in tale intervallo; 2° che ed siano di segno opposto; 3° che nell'intervallo (, ) esista una sola radice dell'equa<ione .
I numeri , si possono considerare come valori approssimati (l'uno per difetto, l'altro per ecceddo) della radice . Vogliamo trovarne dei valori più approssimati. Ricordiamo che per il precedente lemma la curva è tutta interna al triangolo formato dalle tangenti , nei punti , di ascissa , , e della corda
Il punto cercato è dunque compreso tra i punti ove l'asse delle incontra la corda e la spezzata . Tali punti , sono due valori più approssimati che , al valore cercato . Ripetendo per tali punti quanto si è detto per i punti , , troveremo due valori , ancor più approssimati.
E si può dimostrare che, così continuando, si può ottenere il valore di con qualsiasi approssimazione prefissata.
δ) Il nostro procedimento geometrico si può facilmente tradurre in formole analitiche. L'equazione della corda è ; l'ascissa della sa intersezione con l'asse delle si ottiene ponendo , cosicchè .
Le tangenti di e hanno per equazione
, ;
ed incontrano l'asse delle rispettivamente nei punti
, .
Quale di questi punti è l'intersezione dell'asse con la spezzata ? Evidentemente quello che appartiene all'intervallo (, ); e se entrambi appartengono a tale intervallo, quello che è più vicino al punto già determinato ove la retta incontra l'asse delle . Se non si vogliono calcolare entrambi questi punti, si può limitarci a considerare l'intersezione con l'asse delle della tangente in quello dei punto , , in cui la curva volge la convessità all'asse delle , ossia in cui ed hanno lo stesso segno. Con un tal procedimento però spesso si ottiene un'approssimazione minore di quella ottenuta con il nostro metodo.
I punti e quello dei punti , , che noi scegliamo secondo i principii sopra esposti, costituiscono i due valori più approssimati della radice cercata.
Per es. noi sappiamo che l'equazione ha una, e una sola radice nell'intervallo , ), in cui la derivata seconda di di ha segno costante,
Poichè (posto , )
,
, ,
e di questi ultimi due punti il punto è il più vicino a , la cui radice di è compresa tra <nath>1+\frac{1}{31}</math> e .
Riapplicando a questi due numeri il nostro procedimento, si ha un'approssimazione maggiore; e, così continuando, si può dimostrare che si ottiene una approssimazione grande a piacere.
Note
- ↑ Qui si parla delle radici dell'equasione e della curva di equazione . Il lettore inesperto noti che non si parla della linea di equazione che si scompone in rette .!