Lezioni di analisi matematica/Capitolo 1/Paragrafo 4
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§ 4. — Numeri reali.
Insieme ai numeri positivi l’algebra considera, come è noto, anche i numeri negativi; i quali con le seguenti convenzioni, trovano pure applicazione nel problema della misura dei segmenti.
) Una retta si dice orientata, se è fissato su di essa un verso che si assume come positivo (nella figura e in quanto segue da sinistra a destra). Un segmento orientato di tale retta si ritiene percorso nel verso dal punto al punto , e si ritengono distinti i segmenti (orientati) , i cui versi sono opposti.
Misura algebrica di un segmento di è il rapporto di tale segmento al segmento unitario, preso col segno + o col segno — , secondo che il verso del segmento (il verso da a ) coincide col verso positivo o col verso negativo di . E se noi indichiamo con uno stesso simbolo un segmento e la sua misura, e per convenzione poniamo in generale , avremo , . Cioè:
La misura di un segmento cambia di segno se ne invertiamo gli estremi.
I numeri razionali o irrazionali, positivi o negativi, fin qui definiti, hanno ricevuto complessivamente il nome di numeri reali. Se è un numero reale, con ne indichiamo il valore assoluto; indichiamo cioè con lo stesso numero , se è positivo e il numero cambiato di segno, se è negativo.
) Due segmenti orientati si diranno uguali, se hanno lo stesso verso e sono uguali dal punto di vista della geometria elementare: ossia se hanno misure uguali e dello stesso segno.
Due numeri si diranno uguali se hanno uguale segno e uguale valore assoluto. I numeri negativi si considerano minori di zero e dei numeri positivi. Di due numeri negativi si considera maggiore quello che è minore in valore assoluto.
Siano dati i segmenti , ; preso un punto qualsiasi di , si consideri il segmento uguale (e quindi anche ugualmente orientato) a , e quindi il segmento uguale (e quindi anche ugualmente orientato) a . Il segmento (ed ogni segmento ad esso uguale) si dirà somma dei segmenti , . Questa definizione coincide evidentemente con la solita, quando i segmenti, , sono entrambi positivi.
Diremo poi somma di due numeri , il numero che misura il segmento somma dei due segmenti che hanno per misura oppure .
Si riconosce facilmente che:
1° Il segno della somma di due numeri è uguale al segno dell'addendo, il cui valore assoluto è più grande.
2° Il valore assoluto della somma di due numeri è uguale alla somma o alla differenza dei valori assoluti dei due addendi, secondo che questi hanno o non hanno lo stesso segno.
Queste proprietà potrebbero servire alla definizione puramente analitica della somma di due numeri.
Si estendono facilmente queste definizioni alla somma di più numeri, e si dimostrano le solite regole del calcolo algebrico.
Se , , , sono tre punti qualsiasi di , è per definizione:
, | ossia | . |
Così se , , , sono punti qualsiasi di , è:
; | . |
donde: | . |
Più in generale, se sono punti qualsiasi di , è .
E questa formola vale anche se i punti non sono tutti distinti.
) Si definisce poi il prodotto di due o più numeri reali (fattori) quel numero che ha per valore assoluto il prodotto dei valori assoluti dei fattori, e il segno + o il segno — secondo che vi è numero pari o dispari di fattori negativi.
Si definiscono poi la sottrazione e la divisione come le operazioni inverse de11’addizione e della moltiplicazione, estendendo quindi le solite regole del calcolo algebrico.
Un numero è minore o maggiore di un altro numero , secondochè è negativo o positivo.
) È poi evidente che se , sono numeri reali qualsiasi
. |
Se , allora . |
) Se è una classe di numeri negativi , e se , , sono i limiti superiore e inferiore dei numeri , allora e si dicono rispettivamente il limite inferiore e superiore dei numeri di . Queste definizioni appariranno spontanee a chi pensi che (secondo le proprietà da noi ricordate) di due numeri negativi si considera come minore quello che è maggiore in valore assoluto.
Se è una classe che contiene sia numeri positivi , sia numeri negativi , si dirà limite superiore (inferiore) di il limite superiore (inferiore) dei numeri positivi (negativi ) che appartengono a .
Anche in questo caso generale si può ripetere quanto per tali limiti si disse al § 3.
) Se , sono due classi di numeri reali tali che il limite inferiore di coincida con il limite superiore di , noi diciamo che le classi , sono contigue, che è la classe superiore e che è il numero di separazione delle due classi. In tal caso nessun numero di può essere inferiore ad alcun numero di ; e, preso un intero positivo arbitrario, esiste tanto in che in almeno un numero che coincide con fino alla decimale. I due numeri così scelti in e in differiranno al più per .
Viceversa, se nessun numero della classe è inferiore ad un numero della classe , e se per ogni numero intero positivo esistono un numero di e un numero di , la cui differenza non supera , è ben evidente che le classi , sono contigue, e che è la classe superiore.
) La teoria delle potenze e delle radici rapidamente riassunta al § 3 si estende con qualche modificazione ai numeri negativi. Così, se è negativo, ed intero positivo, la è positiva se è pari, negativa se è dispari. Se ne deduce che, se è pari ed è negativo, il simbolo si deve considerare come sprovvisto di significato nell’attuale campo dei numeri reali.
E se, pure essendo pari, la è positiva, il simbolo ha un doppio significato. Perchè se è un numero positivo tale che , cosicchè , anche soddisfa alla analoga uguaglianza , cosicchè anche si può considerare come radice della . Salvo però avvertenza contraria, col simbolo indicheremo sempre la radice positiva.
Se è dispari, ha sempre uno e uno solo significato.
Secondo tali convenzioni non si parlerà mai di una potenza , quando è negativo, e dei due numeri interi , il secondo è pari. Nè parleremo mai di una potenza se è negativo, è irrazionale.
Se è un numero negativo, poniamo .
Vale anche nel caso attuale la formola
in tutti i casi in cui i simboli , hanno un significato.
) Se tre numeri , , sono legati dalla , noi diremo che è il logaritmo di in base , e scriveremo . La base si suppone positiva e quasi sempre maggiore di 1 (anzi assai spesso uguale a 10). Si dimostra:
; | . |