Lettere inglesi/L'Editore a chi legge
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L'EDITORE
A CHI LEGGE.
NOn inutile officio, e non ingrato, o lettore amico, penso io di farti, se innanzi che tu a legger entri il libricciuolo male augurato, ch’io pur t’offro e donoti volentieri ed accomando, di alcuna cosa ti faccio accorto a tuo prò.
Alcuni errori di lingua, non tutti nò, che ad uno inglese italianamente scrivendo non isfuggir non poteano dalla penna, ho tolti dallo scritto, e alcun passo pure un pocolino ho ritocco e mutato, che intralciato ed oscuro mi parve.
Non poche frasi e maniere di dire, che sentono di forestiero, ho lasciate, perchè tu le gusti, e come assaporando un frutto di oltre mare, un piacer nuovo e caro tu n’abbia a sentire. Alcuna però troppo inglese, e fuor del nostro uso ho temperata.
Alla sintassi or gallica or anglica non ho posto mano, perchè allora non l’inglese t’ avrebbe parlato e scritto, ma sì bene io che il più giurato italiano e mi son pare ed esser voglio.
La dissomiglianza di stile tra queste dodici lettere, per cui sembrar ti potrebbero di molti e diversi autori, non farà maraviglia a chi gì’inglesi uomini conosce un poco, i quali secondo lor vario umore or lieto or mesto or loquace or taciturno or benevolo cd or inimico variamente parlano e scrivono e vivono.
In fine alcune brevi note ho aggiunte al testo, perchè non intendono tutti quello che tra due s’intende amici e viaggiatori uomini, e delle francesi e inglesi, cose ottimi conoscitori.