Lettere al padre/1628/28
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A Bellosguardo
8 aprile 1628
Amatissimo Signor Padre.
La ringraziamo infinitamente (Suor Luisa e io) de’ cedri a noi gratissimi, sì perché vengono da lei, sì anco perché non avevamo miglior mezzo per averli. I cibi da quaresima ci sono stati gratissimi, e particolarmente a Suor Arcangela. Io vivo tanto regolatamente, per desiderio ch’ho di star sana, che V. S. non deve dubitare ch’io disordini, e dell’uova non mangerò per obidirla. Le immagini mi sono state molto care, e avrò caro che, quando V. S. risponde alla Mechilde, la ringrazi per nostra parte e gli renda duplicati saluti.
Rimando i collari dei ragazzi, e nel fondo della paniera vi sono 8 morselletti, e due ne abbiamo presi per noi, già ch’ella per sua amorevolezza ce li concede. Ho fatto anco (del zuccaro, che mandò) un poca di conserva d’agro di cedro e di quella di fiori di ramerino, ma non sono ancora in ordine per poterli mandare.
Mi rallegro del suo progresso in sanità, e prego nostro Signore che gliela renda perfettamente, se è per il meglio. E per finire me li raccomando insieme con Suor Arcangela e Suor Luisa.
sua figliuola Affezionatissima
S. M. Celeste.
La zia ci s’intende.