II. — Al medesimo

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II. — A Monsignor Luigi Lollin.1


Oggi ho visitato monsignor di Valenza, e ritrovatolo tanto memore di V. S. illustrissima e reverendissima, che quantunque io avessi disegnato dopo le prime parole di complimento fare in primo luogo le raccomandazioni sue, egli nondimeno mi ha prevenuto col dimandarmi dello stato suo, e commemorare la dolcissima conversazione che quando era in Venezia tenne con lei, e comandarmi che nella [p. 5 modifica]prima lettera le baciassi la mano. Questo signore si ritrova inchiodato d’un piede in maniera, che in modo alcuno non può servirsene, sicchè li conviene essere immobile; con disegno di provare se la medicina delli fanghi fosse per portarli qualche giovamento; poi trasferirsi a Venezia per viver quivi, quando non possi movendosi, almeno portato. La necessità che ha di star fermo, lo fa studiare perpetuamente. Ho ricevuto molto gusto dalla sua visita: credo che parimente V. S. illustrissima e reverendissima avrà grato intendere di lui, e mi darà occasione di avere qualche ragionamento suo. Il padre Fulgenzio, che si ritrova qui per passare a Fiorenza, persevera nell’intenzione di rivedere cotesti monti, e far riverenza a V. S. illustrissima. Del padre mio G. Antonio non credo faccia bisogno dubitare, ma quando saremo al Natale io farò un rinfrescamento. Son per trattenermi in Padova qualche giorno, ed aspetto lettere di lei, alla quale con ogni umiltà bacio la mano.

Padova, li 26 luglio 1599.




Note

  1. Inedita: come la precedente.