Lettere (Andreini)/Lettera XXXVII
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Scherzi d’honesto amore.
Non conosce la pace, e non la stima,
Chi provato la guerra non ha prima.
Non vi paia dunque strano Signor mio, s’io vi sono dimostrata alquanto ritrosa, & alquanto sdegnosa, che non è stato per altro, che per accrescer il gusto de’ nostri felicissimi amori. Più arde quel fuoco, che più viene dal vento stimolato; così la fiamma d’amore, tanto più s’avviva, e tanto più scalda, quanto più ’l vento degli amorosi sospiri le dà forza; dunque non vi dolete, che non per distrugger l’amor nostro: ma per maggiormente accrescerlo, sono stata io alcuna volta sdegnata, & adirata con voi; e ’ntanto siate certo, che questo mio cuore, non sarà mai capace d’altro amore, che del vostro, ne i miei pensieri, penseranno mai ad altro che à voi. Sò, che à creder questo non vi renderete difficile, sapendo, ch’io v’amo col vostro cuore istesso, e ch’io penso à voi, co’ vostri pensieri medesimi, ne sarebbe giusto; che quel cuore, e quei pensieri, che mi donaste, vi tradissero, facendomi amare altro che voi, e pensar ad altra persona, che à voi; e perche sò, che ’l cuore, che possedete è mio, e i pensieri, con cui pensate son miei, sò medesimamente, che nè anch’essi consentiranno, che mi sia fatto tradimento contra, il che sarebbe quando amaste altra donna, o pensaste ad altro oggetto; per ciò non vi ricordo, che mi vogliate bene, parendomi sovverchio; & oltre à questo, io sò certo, che sicome l’un veleno dall’altro ci difende, così l’un’amore dall’altro ci guarda. Mentre dunque amerete me, vi sarà vietato l’amar altra, non potendosi portar ad un tempo due fiamme in un sol cuore.