Lettere (Andreini)/Lettera LXVIII

LXVIII. Scherzi amorosi civili.

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LXVIII. Scherzi amorosi civili.
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Scherzi amorosi civili.


Q
Uando l’altr’hieri à sorte vidi lo splendore de gli occhi vostri, da me non più veduto (valorosa Donna) subito meco medesimo, il giudicai un prodigioso

[p. 65r modifica]lume, e cominciai così à temere, & à tremare, come se l’anima mia havesse da tal presagio compreso, quanto avvenir mi dovea; e non altramente, che apparendo Cometa suol significar, con la risplendente sua chioma o morte di Re, o mutatione di Signoria, o perdita di Stato: mi dinotò il fatal lume degli occhi vostri la perdita della mia libertà, la mutatione de’ miei pensieri, e la morte del mio cuore. Spinto io dunque dall’effetto di tanta novità, non ho potuto contenermi di non ispiegarlo in carta, non perch’io reputi esser à voi nascosta la forza, e la virtù de gli occhi vostri: ma per farvi sapere, che tra quei molti, che l’intendono, e che la conoscono, anch’io la conosco, e l’intendo, & ancora, per ch’io sò i grandi, con lor piacere sentir le forze, e le lor virtù ricordare. Dunque gentilissima Donna raccoglietemi tra i vostri vinti, e sovvengavi, ch’è non minor gloria del vincitore, l’esser chiamato pietoso, che forte.