Le rivelazioni impunitarie di Costanza Vaccari-Diotallevi/Documenti/XXVII
Questo testo è completo. |
◄ | Documenti - XXVI | Documenti - XXVIII | ► |
XXVII.
Dichiarazioni in forma legale di Costanza Diotallevi.
Addì 30 ottobre 1862.
Fatta accedere dinanzi ec., e nella Camera ad uso di esame della detenzione delle donne alle Carceri Nuove l’I. d.
Costanza Vaccari in Diotallevi la quale ammonita ec. è stata quindi,
Int. Che avendo G. C. dichiarato da più mesi a questa parte in altro suo esame, di aver donati alcuni mazzetti di fiori finti coi tre colori italiani ad alcuni giovani che nominò; e ciò nell’Ospedale della Consolazione la sera del 29 giugno. 1861; dica ora se al vedere alcuni fiori finti sarebbe in grado di riconoscere se possano, o no appartenere a quel donativo ed a chi dei giovai precisamente potesse averli donati.
Risp. Sono in grado al certo di riconoscere all’esibizione di fiori se questi possano essere stati o no miei, tanto più che li lavorai da me stessa, ma che però possa essere in grado di precisare a quale delle persone precisamente ne feci il dono, mi pare un impossibile, mentre erano mazzetti presso che tutti eguali, e ne donai uno per ciascuno.
Allora d’ordine ec., mostrato ad G. C. il mazzetto di cui se ne ha descrizione al proc. fog. 243 in f., e dettole quindi cosa ne dica.
Risp. Sì signore, questo è un mazzetto da me lavorato, e precisamente uno di quelli che io donai nell’Ospedale della Consolazione a quei giovani dandone uno a Ferri, altro al De Mauro, altro al Gioia, siccome dissi nel precedente mio esame; ma però a chi preciso di loro io questo mazzetto abbia potuto dare, non è cosa possibile a dirsi, mentre erano eguali; posso però accertare la giustizia che ciascuno di loro se n’è potuto trovare possessore, ed io suppongo che possa essere stato trovato o a Baldassarre Ferri, o a Stanislao De Mauro, o a Francesco Gioia, Cesare Scarpini e Filippo Venturini.
Dopo di che datale lettura confermò il tutto con la propria firma.
Costanza Vaccari Diotallevi
E. D. Collemassi Giud. Commiss.
Così è Giac. Pesarini Att.