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Vincenzo e Gregorio fratelli Rossi mercanti di Campagna, romani di origine; — l’ebreo Anseimo Paci — Bernardino Tori di Percile della Comarca che sta quasi sempre in Roma — l’avvocato Solidati, amico di Venanzi, del quale quest’ultimo si serviva per assicurarsi che le cose del Partito avessero una idea di legalità, ed allorchè doveva scrivere cose che premevano ne commetteva la composizione al detto avvocato. Ecco quanto ricordo ora ed ho aggiunto per la verità.

— - Sulla richiesta dei connotati del Baccus e Lucciani.

Risp. La persona da me conosciuta sotto il cognome Baccus era di statura giusta, capello nero, piuttosto lungo, baffi e pappafico dello stesso colore, occhio nero affossato; portava un palton abbottonato fin sotto il mento, sul petto l’insegna di conte; parlava l’accento toscano. L’altro da me conosciuto sotto il cognome Lucciani era di statura giusta, capelli bigi alla Fieschi con ciuffo avanti, baffi bigi, piuttosto magro, vestito per lo più color cenere, di maniere cortesi, e parlava con accento che non dava a divedere di esser forastiero.1 Io li ho trovati, come mi pare di aver detto, nel palazzo ove sono al di fuori le armi del Governo sardo, palazzo che sta in via Borgognona N. 78, e se non erro al secondo piano.

Data lettura, confermò il tutto con la propria firma ec.

Costanza Vaccari Diotallevi
E. D. Collemassi Giud. Commiss.
Così è Giac. Pesarini Att.


XXVII.

Dichiarazioni in forma legale di Costanza Diotallevi.

Addì 30 ottobre 1862.

Fatta accedere dinanzi ec., e nella Camera ad uso di esame della detenzione delle donne alle Carceri Nuove l’I. d.


  1. Ora negate l’esistenza del Lucciani e del Baccus! Pazienza pel secondo, ma chi non riconoscerebbe il primo a quell’insegna di Conte sul petto?

    C. N. R.