Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto IV
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Sonetto IV
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SONETTO IV.
Q
Uel ch’infinita provvidenza, ed arte Mostrò nel suo mirabil magistero:
Che criò questo, e quell’altro emispero,
4E mansueto più Giove, che Marte;
Venendo in terra a illuminar le carte,
Ch’avean molt’anni già celato il vero,
Tolse Giovanni dalla rete, e Piero,
8E nel regno del Ciel fece lor parte.
Di sè, nascendo, a Roma non fe’ grazia,
A Giudea sì: tanto sovr’ogni stato
11Umiltate esaltar sempre gli piacque:
Ed or di picciol borgo un Sol n’ ha dato
Tal, che natura e ’l luogo si ringrazia
14Onde sì bella Donna al mondo nacque.