Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto CXXXIX

Sonetto CXXXVIII Sonetto CXL

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SONETTO CXXXIX.


O
Invidia nimica di virtute;

     Ch’a’ bei principii volentier contrasti;
     Per qual sentier così tacita intrasti
     4In quel bel petto, e con qual’arti il mute?
Da radice n’hai svelta mia salute:
     Troppo felice amante mi mostrasti
     A quella che’ miei preghi umili, e casti
     8Gradì alcun tempo, or par ch’odi e refute.
Nè però che con atti acerbi, e rei
     Del mio ben pianga, e del mio pianger rida,
     11Poria cangiar sol un de’ pensier’mei:
Non perchè mille volte il dì m’ancida,
     Fia ch’io non l’ami, e ch’i’ non speri in lei:
     14Che s’ella mi spaventa, Amor m’affida.