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P A R T E. | 135 |
SONETTO CXXXIX.
Ch’a’ bei principii volentier contrasti;
Per qual sentier così tacita intrasti
4In quel bel petto, e con qual’arti il mute?
Da radice n’hai svelta mia salute:
Troppo felice amante mi mostrasti
A quella che’ miei preghi umili, e casti
8Gradì alcun tempo, or par ch’odi e refute.
Nè però che con atti acerbi, e rei
Del mio ben pianga, e del mio pianger rida,
11Poria cangiar sol un de’ pensier’mei:
Non perchè mille volte il dì m’ancida,
Fia ch’io non l’ami, e ch’i’ non speri in lei:
14Che s’ella mi spaventa, Amor m’affida.
SONETTO CXL.
Ove è chi spesso i miei dipinge, e bagna;
Dal cor l’anima stanca si scompagna,
4Per gir nel paradiso suo terreno:
Poi trovandol di dolce, e d’amar' pieno,
Quantoal mondo si tesse, opra d’aragna
Vede: onde seco, e con Amor si lagna,
8Ch’à sì caldi gli spron, sì duro ’l freno.
Per questi estremi duo contrari, e misti,
Or con voglie gelate, or con accese
11Stassi così fra misera, e felice:
Ma pochi lieti, e molti pensier’ tristi;
E ’l più si pente dell’ardite imprese:
14Tal frutto nasce di cotal radice.