Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto CLXXXVIII
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Sonetto CLXXXVIII
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SONETTO CLXXXVIII.
S
’Una fede amorosa, un cor non finto, Un languir dolce, un desiar cortese;
S’oneste voglie in gentil foco accese;
4S'un lungo error' in cieco laberinto;
Se nella fronte ogni pensier dipinto,
Od in voci interrotte appena intese,
Or da paura, or da vergogna offese;
8S’un pallor di viola, e d’amor tinto;
S’aver altrui più caro, che sè stesso;
Se lagrimar, e sospirar mai sempre;
11Pascendosi di duol, d’ira, e d’affanno;
S’arder da lunge, e agghiacciar da presso;
Son le cagion ch’amando i’ mi distempre,
14Vostro, donna, ’l peccato, e mio fia ’l danno.