Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto CLXXXII

Sonetto CLXXXI Sonetto CLXXXIII

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SONETTO CLXXXII.


T
Ra quantunque leggiadre donne, e belle

     Giunga costei, ch’al mondo non ha pare;
     Col suo bel viso suol dell’altre fare
     4Quel che fa ’l dì delle minori stelle.
Amor par ch’all’orecchie mi favelle,
     Dicendo: Quanto questa in terra appare;
     Fia ’l viver bello; e po’l vedrem turbare,
     8Perir vertuti, e ’l mio regno con elle.
Come Natura al ciel la Luna e ’l Sole;
     All’aere i venti; alla terra erbe, e fronde;
     11All’uomo e l’intelletto, e le parole;
E al mar ritogliesse i pesci, e l’onde;
     Tanto, e più fien le cose oscure, e sole,
     14Se Morte li occhi suoi chiude, ed asconde.