Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto CCXVII
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Sonetto CCXVII
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SONETTO CCXVII.
L
A sera desiar, odiar l’aurora Soglion questi tranquilli, e lieti amanti:
A me doppia la sera e doglia, e pianti:
4La mattina è per me più felice ora:
Che spesso in un momento apron’allora
L’un Sole, e l’altro quasi duo Levanti,
Di beltade, e di lume sì sembianti,
8Ch’anco ’l ciel della terra s’innamora;
Come già fece allor ch’i primi rami
Verdeggiar che nel cor radice m’hanno,
11Per cui sempre altrui più che me stess’ami.
Così di me due contrarie ore fanno;
E chi m’acqueta, è ben ragion ch’i’ brami;
14E tema, e odj chi m’adduce affanno.