Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto CCCI

Sonetto CCC Sonetto CCCII

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SONETTO CCCI.


S
Pinse amor’, e dolor’, ove ir non debbe,

     La mia lingua avviata a lamentarsi,
     A dir di lei per ch’io cantai et arsi
     4Quel che, se fusse ver, torto sarebbe:
Ch’assai ’l mio stato rio quetar devrebbe
     Quella beata, e ’l cor racconsolarsi
     Vedendo tanto lei domesticarsi
     8Con Colui che vivendo in cor sempre ebbe.
Et ben m’acqueto, et me stesso consolo;
     Nè vorrei rivederla in questo inferno,
     11Anzi voglio morire et viver solo:
Chè più bella che mai con l’occhio interno
     Con li angeli la veggio alzata a volo
     14A piè del suo, e mio Signore eterno.