Le poesie religiose (1896)/Stelle cadenti
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STELLE CADENTI
Strisciano pe ’l sereno
Di novembre i fugaci
Bolidi, e come un’aurea
Continua pioggia di morenti faci
5Riga, riga alla notte umida il seno.
Mira da la casetta
Scura il villan stupito,
E divine ire e flebili
Mostri leggendo, con pietoso rito
10Segna la fronte, e il finimondo aspetta.
Cadete, ignei frantumi,
Per l’alte ombre; cadete
Negli obliosi baratri,
Quanti ancor su le menti imperio avete,
15O meteore di fosche anime, o numi!
A che le ciglia inarchi,
O turba rea, che invadi
Gli altari ultimi, e traffichi
La terra e il ciel? Tu pure, ecco, già cadi,
20E il purpureo con te stuol de’ monarchi.
Tutti voi preme, tutti
Eterno esizio, o biechi
Mostri d’error: precipita
Forza scossa di senno, e invan di ciechi
25Adamastorri il Vero arma i suoi flutti.
Ma generosa e chiara
Vendetta, ancor che tardi,
Ma onor di non degenere
Prole e vittoria, o del pensier gagliardi
30Martiri, a voi la nova età prepara.
Vanite, aurei bagliori;
Cadete, idoli orrendi:
Il sole e il ver trionfano.
Salve, o bel sole che le cose accendi,
35Salve, o scienza che redimi i cori!