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Gaio Valerio Catullo - Poesie (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Mario Rapisardi (1889)
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Se rozzo e ignobile il tuo trastullo
   Non fosse, o Flavio, tu, non che tacito,
   3Saresti garrulo col tuo Catullo.

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Io non so proprio di chi, ma cotto
   Di qualche tisica scanfarda spasimi;
   6Però com’olio te ne stai chiotto.

Tu passar vedove le notti in pace?
   I serti, il sirio olivo, i balsami
   9Del nido il negano che indarno tace,

E il guancial morbido, ch’egual s’avvalla
   Qua e là di doppia impronta, e il tremulo
   12Letto che scricchiola compresso e balla.

Son prove inutili? Ma neppur giova
   Il tuo silenzio: lo smunto stomaco
   15Delle tue pratiche notturne è prova.

Su dunque, spiffera questo secreto
   Famoso: io smanio d’alzarti all’etera
   18Con la tua smàfera nel verso lieto.