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10 | Le poesie di Catullo |
Io non so proprio di chi, ma cotto
Di qualche tisica scanfarda spasimi;
6Però com’olio te ne stai chiotto.
Tu passar vedove le notti in pace?
I serti, il sirio olivo, i balsami
9Del nido il negano che indarno tace,
E il guancial morbido, ch’egual s’avvalla
Qua e là di doppia impronta, e il tremulo
12Letto che scricchiola compresso e balla.
Son prove inutili? Ma neppur giova
Il tuo silenzio: lo smunto stomaco
15Delle tue pratiche notturne è prova.
Su dunque, spiffera questo secreto
Famoso: io smanio d’alzarti all’etera
18Con la tua smàfera nel verso lieto.
7
Saper vuoi proprio, saper vuoi quanti
Tuoi baci, o Lesbia, mi sien bastanti?
Quante di Libia sono le arene,
Dove di silfio ricca è Cirene,