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Gaio Valerio Catullo - Poesie (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Mario Rapisardi (1889)
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Per molte genti e molti mari ai mesti
     Tuoi funeri, o fratel, sono venuto,
     A ciò che a te gli ufficj ultimi io presti,
     4E parli, ah invan, col tuo cenere muto:

Col cener tuo, poi che tu stesso a questi
     Occhi fosti rapito, e t’ho perduto,
     O misero fratel, che qui cadesti
     8Nel fior dei tuoi giocondi anni mietuto.

Pur questi doni, che con rito antico
     Consecrato dagli avi, o fratel mio,
     11Spargo sul tuo sepolcro, accogli amico:

Stillan del pianto irrefrenato, ond’io,
     Perpetua pace a te pregando dico:
     14Dolce fratello, eternamente addio.