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136 Le poesie di Catullo


A chi, se non a te, devo esser grato,
     Che di vera amistà prove m’hai dato,

Quando in un foco insano era il mio core?
     10Sii dunque lieto, e ti sia fausto amore.

101

Per molte genti e molti mari ai mesti
     Tuoi funeri, o fratel, sono venuto,
     A ciò che a te gli ufficj ultimi io presti,
     4E parli, ah invan, col tuo cenere muto:

Col cener tuo, poi che tu stesso a questi
     Occhi fosti rapito, e t’ho perduto,
     O misero fratel, che qui cadesti
     8Nel fior dei tuoi giocondi anni mietuto.

Pur questi doni, che con rito antico
     Consecrato dagli avi, o fratel mio,
     11Spargo sul tuo sepolcro, accogli amico:

Stillan del pianto irrefrenato, ond’io,
     Perpetua pace a te pregando dico:
     14Dolce fratello, eternamente addio.