XXX - S. Gottardo

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XXIX XXXI
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S. GOTTARDO.


X X X.


D
E’ Padri Serviti Osservanti, succeduti nel 1450. ad altri Padri del medesimo Ordine, introdotti nel 1371. e detti della Colombina, dalla vicina Porta della Città, che con tal nome a que’ tempi era chiamata. Pietro Bergonzio fabbricò [p. 68 modifica]questo Tempio l’anno 1371. per la divozione che avea al Vescovo S. Gottardo, al quale consagrollo il Salvetti Vescovo della Patria: incendiato quindi nel 1529. fu rifabbricato nel 1583. nella maniera che oggi si trova. Al primo Altare la bella Tavola della Vergine sulle nubi, e sotto S. Filippo Benizzi, è di Francesco Zucchi, che la dipinse nel 1607. I vaghi pastosi e saggiamente disegnati due Angeli laterali, sono del Cavalier Bianchi; di cui similmente sono le graziose ed espressive Tavole di S. Pellegrino Laziosi al sesto Altare, e di S. Giuliana Falconieri all’ottavo.

La B. V. sedente col Bambino in braccio, e avanti di essa S. Giuseppe ed altri Santi; e parimenti la Fuga in Egitto preceduta da un Angelo, espressa nel peduccio in picciole figurine, sono parti maravigliosi del magistrale pennello di1 Gio. Cariani Bergamasco. I Pilastri della Tribuna principale sono egregiamente dipinti a fresco da Troilo Lupo: e le Portelle dell’Organo che interiormente mostrano la Nascita del Salvatore, e l’Adorazione de’ Magi, sono colorite dal mentovato Zucchi. Il S. Francesco a destra, e il S. Filippo a sinistra della prefata Tavola di S. Giuliana Falconieri, posta all’ultimo Altare, sono stupendi e strepitosi Freschi [p. 69 modifica]di Gio. Paolo Cavagna: di cui pur sono gli altri, benchè men risentiti, della Natività di M. V. al lato destro della Cappella, e la Visitazione al sinistro. Da dove alquanto retrogradando si ritrova la via a mano manca, per cui si sale all’antica Chiesiuola di

S. VIGILIO.

Note

  1. In Casa Albani al Sal vecchio v’ha di qusrto illustre Soggetto un Quadro che è una gioja d’inestimabil valore. Rappresentanti in esso più Personaggi maschi e femmine di quella Nobile e antica Prosapia, ritratti al naturale; in cui vi si scorge la mirabil forza, e la maestà del Giorgione, nobilmente ringentilite coll’artifizioso giuoco delle mezze tinte; e il tutto espresso con tale e tanta vivacità di colori, che più Quadri de’ rinomati Ritrattisti contemporanei, posti al confronto, sembrano fatti di chiaroscuro.