Le opere di Galileo Galilei - Vol. II/Lettera a Iacopo Mazzoni (30 maggio 1597)/Avvertimento

Avvertimento

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Lettera a Iacopo Mazzoni (30 maggio 1597) Lettera a Iacopo Mazzoni (30 maggio 1597)

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AVVERTIMENTO.





La presente scrittura di Galileo, quantunque stesa sotto forma di lettera al suo amico e maestro Iacopo Mazzoni1, ha del documento epistolare soltanto la forma, e perciò le abbiamo assegnato il posto che essa viene ad occupare tra le cose di Galileo secondo l’esatto ordine cronologico.

Questa lettera, fatta correre dal Nostro manoscritta per le mani dei più intimi amici suoi, ricevette assai scarsa diffusione; ed è contraria al vero una indiretta indicazione di Paolo Gualdo2, per la quale potrebbe credersi che fin d’allora fosse data alle stampe. Neppur di essa è giunto sino a noi l’autografo, ed i due soli esemplari sincroni a noi noti sono i seguenti:

a = Bibl. Ambrosiana di Milano, cod. S. 81 Sup., car. 97-100, numerate originalmente 1-4.

v = Bibl. Palatina di Vienna, cod. 6249, car. 107-109.

Due copie di a sono, Quella contenuta nel T. I. della Par. IV dei Mss. Galileiani, e quella di mano del cardinale Angelo Mai, nel cod. Vaticano 9556. E su questo medesimo codice a fu condotta pure la prima edizione, dovuta a G. B. Venturi3.

L’esemplare ambrosiano, proveniente dalla biblioteca del Pinelli4, e perciò indubbiamente anteriore al 1601, anno della morte di lui, porta alcune [p. 196 modifica]correzioni di gravi errori dell’amanuense, nelle quali, con grande probabilità, è da riconoscere la mano di Galileo. Il codice v è mutilo degli ultimi periodi, dalle parole «in parti eguali al senso» della pag. 202, lin. 13-14, in giù: presenta poi parecchie diversità di lezione in confronto del testo ambrosiano, delle quali alcune sembrerebbero accusare un copista trascurato e poco fedele; laddove altre potrebbero anche lasciare in dubbio che rappresentino mutazioni e aggiunte introdotte dall’Autore. Ci parve, ad ogni modo, miglior partito, riprodurre nel testo la lezione, più corretta, di a, indicando nelle varianti le più notabili differenze di v.



  1. Cfr. Galileo Galilei e lo Studio di Padova per Antonio Favaro. Vol. I. Firenze, Successori Le Monnier, 1888, pag. 11, 26, 84.
  2. Questi, tenendo parola della Biblioteca Pinelli, come esempio del modo nel quale gli stampati erano indicati nel catalogo, menziona: «Commentarius Galilaei Galilaei, Florentini Mathematices Patavini Prof. pro Copernico adversus Jacobum Marronium (sic).» (Vita Joannis Vincentii Pinelli, patricii genuensis. In qua studiosis bonarum artium proponitur typus viri probi et eruditi. Auctore Paulo Gualdo, ecc. Augustae Vindelicorum, anno MDCVI, pag. 29). Noi teniamo tuttavia per indubitato che questa lettera non fosse allora data alle stampe, e che l’esemplare al quale accenna il Gualdo fosse manoscritto. Cfr. Galileo Galilei e lo Studio di Padova per Antonio Favaro. Vol. I, pag. 157, n. 1.
  3. Memorie e lettere inedite finora o disperse di Galileo Galilei, ecc. Parte prima, ecc. Modena, M.DCCC.XVIII, pag. 14-18.
  4. Probabilmente lo stesso, al quale vedemmo testè alludere il Gualdo.