Le odi di Orazio/Libro terzo/XXVIII

Libro terzo
XXVIII

../XXVII ../XXIX IncludiIntestazione 14 gennaio 2015 100% letteratura

Quinto Orazio Flacco - Odi (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Mario Rapisardi (1883)
Libro terzo - XXVII Libro terzo - XXIX
[p. 155 modifica]

XXVIII.


        Che farò mai nel celebre
Giorno nettunio? Spilla il recondito
        Cècubo, o Lide, e strenua
4Cresci alla rigida virtù gli spiriti.

        Chinar vedi il meriggio,
E a trarre indugj, qual se il dì rapido
        Il vol fermasse, l’anfora
8Che sin dal console Bibulo è in ozio?

[p. 156 modifica]


        Io canterò Posídone
E il crine glauco de le Nereidi;
        Tu su la curva cetera
12Latona e gli apici di Cintia celere.

        Poi si dirà chi domina
Gnido, e le Cicladi fulgenti e il pafio
        Lido co’ cigni visita;
16La Notte in ultimo con degna nenia.