Le odi di Orazio/Libro terzo/XXVIII
Questo testo è stato riletto e controllato. |
Libro terzo
XXVIII
XXVIII
◄ | Libro terzo - XXVII | Libro terzo - XXIX | ► |
XXVIII.
Che farò mai nel celebre
Giorno nettunio? Spilla il recondito
Cècubo, o Lide, e strenua
4Cresci alla rigida virtù gli spiriti.
Chinar vedi il meriggio,
E a trarre indugj, qual se il dì rapido
Il vol fermasse, l’anfora
8Che sin dal console Bibulo è in ozio?
Io canterò Posídone
E il crine glauco de le Nereidi;
Tu su la curva cetera
12Latona e gli apici di Cintia celere.
Poi si dirà chi domina
Gnido, e le Cicladi fulgenti e il pafio
Lido co’ cigni visita;
16La Notte in ultimo con degna nenia.