Le odi di Orazio/Libro secondo/IV
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IV.
Amor d’ancella non ti dia rossore,
Santia Focèo. Prima di te la serva
Briseide mosse l’insolente Achille
4Col suo candore;
Mosse la forma di Tecmessa schiava
Il suo signore, il Telamonio Ajace;
Arse l’Atride trionfante della
8Vergin rapita,
Poi che il vincente Tessalo le torme
Barbariche ebbe dome, e il morto Ettòrre
Agevolò di Pergamo agli stanchi
12Greci il conquisto.
Se della bionda Fillide i parenti
Beati onorin te genero ignori:
La regia stirpe ed i penati iniqui
16Certo ella piange.
Credi, tra plebe scellerata eletta
Ella non ti fu già: si fida e avversa
Al lucro, certo, ella non può da sozza
20Madre esser nata.
Le braccia, il volto, le tornite gambe
Schietto io ne lodo: ingelosirti schiva
D’uno a cui l’età rapida l’ottavo
24Lustro già chiuse.