Pagina:Opere di Mario Rapisardi 5.djvu/72

72 Le Odi di Orazio


I compri boschi, la casa cedere
    Forza è; la villa, cui bagna il Tevere
        Biondo, ceder: delle ammontate
        20Tue dovizie s’indonna l’erede.

O nato ricco sii dal prisco Inaco,
    O poveretto e di stirpe infima
        Dimori all’aperto, non giova:
        24Sarai vittima all’Orco spietato.

Tutti ad un luogo corriamo; s’agita
    Di tutti l’urna: o tardi o subito
        Ne sorge la sorte e ne pone
        28Su la barca all’esilio infinito.


IV.


Amor d’ancella non ti dia rossore,
    Santia Focèo. Prima di te la serva
    Briseide mosse l’insolente Achille
            4Col suo candore;