Le odi di Orazio/Libro primo/XXXIII

Libro primo
XXXIII

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Quinto Orazio Flacco - Odi (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Mario Rapisardi (1883)
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XXXIII.


Non dolerti, Albio, oh troppo memore
    Dell’aspra Glicera, nè cantar flebili
    Versi elegiaci, s’altri più giovane
        4Di te splende alla perfida.

Chiara per piccola fronte Licoride
    Di Ciro infiammasi; Ciro vèr Foloe
    Rubesta pencola; ma capre ed appuli
        8Lupi vedrem pria giungere,

Che pecchi Foloe col turpe adultero.
    Tal pare a Venere, cui piace díspari
    Sembianti ed anime a giogo bronzeo
        12Con fiero scherzo stringere.

Me pur, cui Venere miglior sollecita,
    Tiene in gradevole catena Mírtale,
    Liberta instabile più che il mar d’Adria
        16Curvante i golfi calabri.