Le odi di Orazio/Libro primo/VI
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VI.
Canterà Vario, cigno meonio,
Te, Agrippa, strenuo vittor d’eserciti
E quanto oprarono, te duce, i militi
4In nave o in sella indomiti.
Io nè ciò esprimere saprei, nè il torbido
Cor dell’indocile Pelide, o il duplice
D’Ulisse ondívago corso, o di Pelope
8La sanguinosa reggia.
Non tento io umile cose alte: debile
Musa da lirici versi e modestia
Vietan di Cesare, di te con povera
12Mente scemar le laudi.
[Chi Marte pingere in adamantea
Corazza, o squallido di troica polvere
Merione, o, Pallade spirante, l’inclito
16Tidíde uguale a’ Superi?]
Di cure io libero canto i convivj,
Canto le vergini acri che adugnano
In lotta i giovani, o lieve al solito
20Quel che m’accende l’anima.