Le mormorazzione de Ggiujano

Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura Le mormorazzione de Ggiujano Intestazione 22 dicembre 2024 75% Da definire

Mariuccia la bbella La luscerna
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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LE MORMORAZZIONE DE GGIUJANO.

     Sto ppe’ ddì, ssarv’er vero, che Ggiujano1
Fa assai male a sparlà ccontr’er governo;
E, ssarv’er vero, quer lòtono2 eterno,
Sto ppe’ ddì, nnun è azzione da romano.

     Fussi3 anche Roma, sto ppe’ ddì, un inferno,
E, ssarv’er vero, er diavolo un Zovrano,4
Me parerebbe sempre ch’un cristiano
Nun avessi5 da usà st’uso moderno.

     Sto ppe’ ddì cche Ddio è bbono, sarv’er vero;
Ma a fforza de st’offese ar zu’ Vicario,6
Da bbianco, sto ppe’ ddì, sse7 farà nnero.

     Doppo ch’er Papa, sarv’er vero, assiste
La Cchiesa, e, sto ppe’ ddì, ssenza salario,
Ha d’annà ssotto a ste linguacce triste?

30 settembre 1835.

Note

  1. Giuliano.
  2. Querimonie.
  3. Fosse.
  4. [Così l’autografo. Ma credo che sia uno scrso di penna, e che debba dire: un diavolo er Zovrano.]
  5. Non avesse.
  6. Al suo Cicario.
  7. Si.