Le monete di Venezia/Giovanni Gradenigo

Giovanni Gradenigo

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Marino Falier Giovanni Dolfin

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GIOVANNI GRADENIGO

DOGE DI VENEZIA

1355-1356


Dopo tante commozioni e così gravi pericoli, Venezia aveva bisogno di un principe savio e prudente come fu Giovanni Gradenigo, che tutti gli storici dipingono amante della patria e geloso osservatore delle sue leggi. Aderendo agli inviti dei Duchi Visconti, signori di Genova, mandò ambasciatori a Milano, i quali firmarono un trattato che pose fine alle guerre fratricide fra le due potenti rivali del mare, e vi furono compresi i Signori di Padova, di Verona, di Mantova, di Ferrara e di Faenza. I beneficii della pace non tardarono a farsi sentire a Venezia, che vide nuovamente prosperare i suoi traffici e veleggiare i suoi navigli per i mari d’Oriente: ma i tempi erano torbidi, e la repubblica si trovò impegnata in una nuova guerra contro Lodovico re d’Ungheria, che penetrava in Dalmazia ed in Friuli, spingendo i suoi soldati fino sotto le mura di Treviso. Dopo soli sedici mesi di regno, Giovanni Gradenigo morì stimato e compianto da tutti.

Gli antichi raccoglitori di monete veneziane, non conoscevano che il ducato ed il soldino di questo doge: più tardi furono trovati il tornese ed il piccolo, e solamente da qualche anno il grosso, ma sempre assai raro. Sembra infatti che la fabbricazione di questa celebre moneta, rallentata da prima, cessasse completamente durante quattro o cinque lustri, per ricomparire nell’anno 1379 con piccole modificazioni nel disegno, ma una sensibile diminuzione di peso. Anche l’aspetto del grosso di Giovanni Gradenigo svela una emissione limitata ed eccezionale, essendone lo stile stentato ed arcaico, che lascia [p. 190 modifica]indovinare l’imitazione di un pezzo che non si lavorava ordinariamente.

Non conosciamo le ragioni della diminuzione e poi della cessazione della battitura del grosso: forse in passato se ne era coniata troppo grande quantità, ma più probabilmente le imitazioni avevano scemato il pregio di questa reputatissima moneta. Ve n’ha indizio nei molti provvedimenti fatti in questo torno di tempo contro i falsificatori e traboccatori di monete. Durante il breve ducato di Giovanni Gradenigo, troviamo, nel 22 giugno 13551, confermate le disposizioni relative alle monete false e scadenti (frisachesi, carrarini e denari a XXII), bandite l’anno prima, e nel 21 novembre dello stesso anno inasprite le pene comminate ai contravventori della legge 27 febbraio 1353-1354, colla quale si vietava l’imitazione di monete forestiere a Venezia e nello stato. Perfino i correttori, della promissione ducale, raccolti in un momento tanto agitato, come quello che correva tra la condanna del Falier e la elezione del Gradenigo, pensarono di completare le disposizioni che riguardavano i falsificatori di monete veneziane, proponendo che anche ai forestieri fosse applicata la pena del fuoco minacciata ai veneti, tanto se il reato fosse commesso a Venezia come altrove, ed il Maggior Consiglio nel giorno 19 aprile 13552 approvava la proposta.


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MONETE DI GIOVANNI GRADENIGO


1 — Ducato. Oro, titolo 1.000: peso grani veneti 68 52/67 (grammi 3.559).

         D/ S. Marco porge il vessillo al doge IO · GRADONICO, lungo l’asta DVX, dietro il Santo · S · M · VENETI

         R/ Il Redentore benedicente in un’aureola elittica cosparsa di stelle, quattro a sinistra, cinque a destra · SIT · TIBI · XPE · DAT Q · TV REGIS · ISTE · DVCAT

Tav. XI, n.° 5.

2 — Grosso. Argento, titolo 0,965: peso grani veneti 42 1/2 (grammi 2.178).

         D/ S. Marco porge il vessillo al doge IO · GRADOICO · lungo l’asta DVX, a destra · S · M · VENETI ·

         R/ Il Redentore in trono IC XC

Tav. XI, n.° 6.

3 — Soldino. Argento, titolo 0.965: peso grani veneti 10 (grammi 0.552).

         D/ Il doge inginocchiato tiene con ambe le mani il vessino · + · IOhS · GRAD ONICO · DVX ·

         R/ Leone rampante coll’orifiamma
      · S · MARCVS · VENETI ·
nel campo l’iniziale del massaro.

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4. — Varietà nel R/ + · S · MAR · CVS · VENETI ·

5. — Varietà nel D/ · + · IOhS · GRAD      OICO · DVX ·
R/ come il n.° 3.

Tav. XI, n.° 8.

6. — Varietà D/ · + · IOh'S · GRAD      OICO · DVX
R/ + · S · MARCV · SVENETI ·

Iniziali dei massari A 02 S Cs

7. — Piccolo, o denaro. Mistura, titolo 0.190 circa : peso granì veneti 5 1/2 (grammi 0.284) : scodellato.

         D/ Croce in un cerchio + · IO · GRA · DVX

         R/ Croce in un cerchio + · od · MARCVoo ·

Tav. XI, n.° 9.

8. — Tornesello. Mistura, titolo 0.130 circa: peso grani veneti 14 (grammi 0.724).

         D/ Croce patente + IO : GRADOICO · DVX ·

         R/ Leone accosciato col vangelo tra le zampe anteriori
+ · VEXILIFER · VENECIAR/

Tav. XI, n.° 10.



OPERE CHE TRATTANO DELLE MONETE DI GIOVANNI GRADENIGO:

Bellini V.Della antica lira ferrarese etc., opera citata, pag. 32.

      —       — De monetis Italiæ etc. opera citata, Dissert. I, pag. 102, 103 e 108; n.° XVI ; ed in wl, Parte V, pag. 30 e 32 n.° XVI.

(Duval et Fröhlich). — Monnaies en or, etc. Supplément, 1709, opera citata, pag. 78.

Gradenigo G. A. — Indice citato, in Zanetti G. A., Tomo II, pag. 172 numeri I, LI LII.

Appel J. — Opera citata, Vol. III, pag. 1128, n.° 3927.

Zon A. — Opera citata, pag. 23 e 79.

Schweitzer F. — Opera citata, Vol. II, pag. 10 (201 a 214), e tavola. [p. 193 modifica]

Cumano D.r C.Numismatica, articolo citato.

       —        — Illustrazione, etc., opera citata, pag. 32, 38-40.

Lazari V. — Opera citata, pag. 69 e 169.

Biografia dei Dogi — Opera citata Doge LVI.
Numismatica Veneta

Padovan e Cecchetti. — Opera citata, pag. 17 e 85.

Wachter (von) G. — Opera citata, — Numismatische Zeitschrift. Vol. III 1871, pag. 228-229, 231 e 254, Vol. V 1873, pag. 202.

Schlunberger G. — Opera citata, pag. 472.

Padovan V. — Opera citata, edizione 1879, pag. 19 e 124. — Archivio Veneto, Tomo XII, pag. 100 e Tomo XIII pag. 147 — terza edizione 1881 pag. 16 e 89.

SIGILLO DI GIOVANNI GRADENIGO

donato da me al Museo Correr.

Note

  1. R. Archivio di Stato. Capitolare degli ufficiali di Levante, carte 21 tergo.
  2.            ivi            Maggior Consiglio, Reg. Novella, c. 37 tergo.