Le monete di Venezia/Bartolomeo Gradenigo
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BARTOLOMEO GRADENIGO
DOGE DI VENEZIA
1339 - 1342
I correttori della Promissione ducale, nominati dopo lì morte di Francesco Dandolo, imposero nuove restrizioni al potere del doge, ciocchè dimostra come si temessero gli esempi che venivano dalle vicine città d’Italia, ove principi ambiziosi avevano usurpato il potere assoluto coll’aiuto delle fazioni popolari e col favore della plebe. Dopo ciò fu eletto Bartolomeo Gradenigo, uomo già invecchiato nel servizio dello stato ed allora procuratore di S. Marco.
La storia di questo principato non registra avvenimenti importanti, tranne la rivolta di Candia, rapidamente domata, ed alcuni disastri atmosferici. Venezia in quel tempo era ricca e prosperosa, sentiva già il desiderio di abbellirsi e di migliorare le condizioni delle sue fabbriche. Si costruì in pietra una fondamenta in Terranova, dove oggi si trova il giardinetto reale; si allargò la via che da S. Giovanni Grisostomo conduce a S. Bartolomeo, si ordinò la rifabbrica della sala del Maggior Consiglio ed altri lavori nel Palazzo Ducale. Anche le leggi suntuarie allora decretate mostrano ch’era già sentito il desiderio del comodo e del lusso, sebbene non si nascondesse il pericolo che «veniva alla Repubblica dal rapido aumento della potenza dei Turchi, pericolo che i Veneziani addussero al re Inghilterra scusandosi dallo stringere alleanza con lui nella guerra contro il re di Francia.
Nessuna novità troviamo relativamente alla zecca, che continuava a coniare le monete già conosciute; si lamentavano sempre più le falsificazioni e le imitazioni dei coni veneziani, donde il decreto 17 gennaio 1342 (1343) della Quarantìa Criminale1, che autorizzava i Signori di notte al Criminal a procedere contro quel suddito dello stato che fabbricasse moneta falsa anche fuori del territorio veneziano, nello stesso modo con cui si procedeva contro chi lo faceva nell’interno dello stato.
MONETE DI BARTOLOMEO GRADENIGO
1. — Ducato. Oro, titolo 1.000: peso grani veneti 68 52/67 (grammi 3.559).
D/ S. Marco porge il vessillo al doge BA GRADONICO lungo l’asta DVX, dietro il Santo · S · M VENETI
R/ Il Redentore benedicente in un’ aureola elittica cosparsa di stelle, quattro a sinistra, cinque a destra · SIT · T · XPE · DAT · Q · TV REGIS ISTE DVCAT/ ·
Tav. X, n.° 3. |
2. — Grosso. Argento, titolo 0,965 : peso grani veneti 42 1/12 (grammi 2.178).
D/ S. Marco porge il vessillo al doge · BA · GRADONICO · lungo 1’ asta DVX, a destra · S · M · VENETI ·
R/ Il Redentore in trono IC XC
Tav. X, n.° 4. |
Segni, o punti dei Massari della moneta.
Soldino. Argento, titolo 0.670 circa : peso grani veneti 18 1/2 (grammi 0.957).
D/ Il doge inginocchiato, tiene con ambe le mani il vessillo ·+· BA · GRADO NICO · DVX ·
R/ Leone rampante coll’ orifiamma
+ · S · MARCVS VENETI
Tav. X, n.° 5. |
4. — Piccolo, o denaro. Mistura, titolo 0.198: peso grani veneti 5 66/100 grammi 0,292): scodellato.
D/ Croce in un cerchio + · BA · GRA · DVX ·
R/ Croce in un cerchio + · ∽ · MARCV oo ·
R/
Museo Bottacin. | Tav. X, n.° 6. |
Museo Correr. | |
Museo Brittanico. |
OPERE CHE TRATTANO DELLE MONETE DI BARTOLOMEO GRADENIGO.
Bellini V. — Dell’antica lira ferrarese, etc., opera citata, pag. 98.
— — De monetis Italiæ, etc., opera citata, Dissert. I. pag. 101,108 n.i XIII e XIV, ed in Argelati, Parte V, pag. 30 e 32, n.i XIII e XIV.
(Duval et Fröhlich). — Monnoies en or, etc. opera citata, pag. 275.
Gradenigo G. A — Indice citato in Zanetti G. A., Tomo II, pag. 171, n.° XXXVIII.
Appel J. — Opera citata, Vol. III, pag. 1122, n.° 3922.
Schweitzer F. — Opera citata, pag. 101 (159) (160) 161) e tavola.
Biografia dei Dogi | — Opera citata Doge LIII. |
Numismatica Veneta |
Padovan e Cecchetti. — Opera citata, pag. 16.
Wachter (von) C. — Opera citata. — Numismatische Zeitschrift, Vol. III 1871, pag. 228-229,231.
Padovan V. — Opera citata, edizione 1879, pag, 18 — Archivio Veneto, Tomo XII, pag. 99 — terza edizione 1881, pag. 15.
Note
- ↑ R. Archivio di Stato. Quarantìa Criminale, Parti, Registro I, c. 6 tergo.