Le meraviglie di Milano/Proemio

Proemio

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Bonvesin de la Riva - Le meraviglie di Milano (XIII secolo)
Traduzione dal latino di Ettore Verga (1921)
Proemio
Nota bibliografica Divisione del capitolo primo

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A chi vuol conoscere le meraviglie di Milano sarà guida sicura questo facile libro.

(Qui Mediolani magnalia nosse querit,

Hoc libri plani lumine certus erit.)

A tutti i credenti nella religione cattolica nelle cui mani perverrà questo libro, frate Bonvesino dalla Riva augura salute e pace nel Signore; a tutti i traviati augura di raggiungere, colla grazia dell'Onnipotente, la via diritta. Essendomi accorto che non solo gli stranieri, ma persino i miei concittadini, come addormentati nel deserto dell'ignoranza, ignorano la grandezza di Milano, stimai doversi venir loro in aiuto, affinchè, svegliati, veggano e comprendano quale, e di quanta ammirazione degna, sia la nostra città. E così, nell'anno della Natività di Nostro signor Gesù Cristo 1288, ventesimosesto di Governo del Venerabile Padre Ottone Visconti, [p. 2 modifica]Arcivescovo della Chiesa milanese, essendo Podestà il Magnifico e potente cavaliere Giaccone da Perugia, e il signor Matteo Visconti (1) Capitano del popolo, ho composto questo libro; l'ho composto dopo avere con grande diligenza e non poca fatica investigata la verità, spontaneamente, senza esservi da alcuno indotto, senza la minima speranza di lucro, ma, direi quasi, per ispirazione divina; affinchè, lette e comprese le lodi di Milano, inspirate alla più pura verità, tutti quanti senz'ombra d'invidia, la amano rendano grazie a Dio; gl'invidiosi o si convertano, o nella propria invidia si contristino e consumino; poi gli stranieri tutti, apprendendo la nobiltà e la dignità de' milanesi, imparino a rispettarli e ad onorarli in qualsiasi luogo, ad amarli e proteggerli; infine i miei concittadini, considerando di qual patria sian figli, non degenerino mai dalla sua nobiltà, non la disonorino con riprovevoli azioni.

Qui taluno dirà: "bada, chè, talora le buone intenzioni possono produrre cattivi effetti : qualche tiranno straniero, nelle cui mani sia per avventura pervenuto questo libro, conosciuta la grandezza di Milano, potrebbe inebriarsi al punto da concepire il disegno di rendersene padrone".

No, io rispondo: l'amore della libertà e la protezione dei corpi santi (giacenti sotto la nostra terra) fanno sì che nessuna dominazione straniera possa qui durare se non col consenso de' cittadini: se n'è avuta la prova a' tempi [p. 3 modifica]nostri. Niun tiranno presuma di apprestarsi qui una sede di dominio; sarebbe come se volesse prender l'anguilla per la coda; quando bene credesse d'averla salda in mano, se la vedrebbe sfuggire d'un tratto.

Una fama universale esalta, fra tutti i paesi del mondo, la Lombardia, e per la sua posizione, e per la frequenza dei luoghi abitati e la densità degli abitanti, e per la bellezza e la fecondità delle sue pianure; e fra le città di Lombardia esalta Milano, come rosa o giglio tra' fiori, cedro nel Libano, leone tra i quadrupedi, aquila tra gli uccelli; la esalta in tutte le lingue. Nè ciò deve far meraviglia, giacchè essa è invero superiore a tutte le altre città. Si considerino la posizione, la qualità e la quantità degli edifici e degli abitanti del suo esteso contado e della sua diocesi, e l'abbondanza di tutto quanto è necessario alla vita degli uomini; si considerino la sua forza, la qua tenace fedeltà, la sua benedetta libertà, e la copia delle dignità sue, ed essa, a confronto delle altre città, sarà come il sole tra i pianeti celesti. Che poi sia la più adatta come sede del Papato, con buona pace dei Romani, dimostrerò a suo luogo.

Io mi accingo a dir cose stupefacenti sia per gli stranieri che per i cittadini ; sì, anche per questi, non faccia meraviglia, giacchè tale è la grandezza di questa città che agli stessi suoi figli non sarà facil cosa comprenderla per intero.

Per farmi più facilmente intendere, distinguerò [p. 4 modifica] subito i capitoli di questo libretto, che sono otto: il primo riguarderà la situazione della città e del contado di Milano, il secondo gli edifici, il terzo gli abitanti, il quarto la fertilità del suolo e l'abbondanza d'ogni ben di Dio, il quinto la potenza, il sesto la tenace fedeltà, il settimo la libertà, l'ottavo la dignità.