Le meraviglie di Milano/Divisione del capitolo primo

Divisione del capitolo primo

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Bonvesin de la Riva - Le meraviglie di Milano (XIII secolo)
Traduzione dal latino di Ettore Verga (1921)
Divisione del capitolo primo
Nota bibliografica Divisione del capitolo secondo

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DIVISIONE DEL CAPITOLO PRIMO

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I. Del nome di Milano. - II. Del clima. - III. Dell'abbondanza e dell'importanza delle acque.

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ELOGIO DI MILANO PER LA SUA POSIZIONE

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La fiorente nostra città, situata in una bella, fertilissima pianura, che gode d'un clima mite e produce tutto quanto è alla vita necessario, tra due mirabili fiumi equidistanti, il Ticino e l'Adda, non senza ragione adottò il nome di Medio'anum, che vorrebbe dire : "posta in mezzo a due fiumi (amnes)". Certuni, strano invero, sostengono che tal nome derivi dall'esservisi trovata una troia lanuta a mezzo il dorso (2); in antico fu pur chiamata Alba perchè meno macchiata di vizi, era la candida fra le altre città.

I. — Come fosse fondata dai Galli è narrato dalla Storia lombarda (3); per il che a tutta la regione fu dato il nome di Gallia Cisalpina.

II. - Le stavan forse intorno paludi o putride acque corrompenti l'aere con nebbie e [p. 6 modifica]fetori? No davvero, ma limpide sorgenti e fiumi fecondatori. Posta nel mezzo di una pianura soleggiata, ha l'aria mite e sana: non eccessivo il freddo d'inverno nè il caldo d'estate ; non è vicina alle spiagge del mare dove d'estate il calore è insopportabile dall'ora nona del giorno fin verso la mezzanotte, quindi fin verso le tre spira una fredda, e nociva brezza marina.

III. — Entro la città non sono cisterne nè lunghi condotti d'acqua; ma acque vive naturali, eccellenti a bere, salubri e così abbondanti in tutte le stagioni che in ogni casa, appena decente, si trova una fonte d'acqua viva chiamata pozzo. In seguito ad una indagine diligente, se pure non perfetta, ho potuto accertare che più di 6000 fonti vive forniscono acqua ai cittadini (4); tra le quali moltissime ve ne sono le cui acque hanno al gusto un grato sapore, e son sì sottili che, poste in recipienti di legno o in ampolle di vetro, in poco tempo tutte le imbevono. A chi ne beva a sazietà esse non dànno alcun fastidio, ma per la loro leggerezza e sottigliezza subito penetrano attraverso i pori e vengono digerite.

Anche nel contade sono fonti d'acque limpidissime e in alcuni luoghi così fredde che, se nell'estate vi si pongono bottiglie di vino a rinfrescare, il freddo le fa crepare se non si ritirano a tempo. Nessuna città del mondo è così ricca d'acque: non esito a proclamare che questo solo e sì copioso tesoro val più che tutto il vino e l'acqua insieme di certe altre città. E, sicuro di non errare, aggiungo che molte [p. 7 modifica]città pagherebbero più di dugentomila marchi d'argento per avere, se fosse possibile, tre sole delle nostre fonti.

Nel nostro territorio è, come ciascun vede, abbondanza di biade, di vino, di legumi, di frutta, d'alberi, di fieno e d'ogni bene. In conclusione, e per il clima, e per le acque, e per la bellezza e la fertilità della pianura, non potrebbe Milano esser meglio situata: lo provano all'evidenza e il gran numero di vecchi decrepiti che vi si incontrano, e, per grazia di Dio, il continuo aumento delle nascite, della popolazione e della prosperità.