Le meraviglie di Milano/Divisione del capitolo sesto

Divisione del capitolo sesto

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Bonvesin de la Riva - Le meraviglie di Milano (XIII secolo)
Traduzione dal latino di Ettore Verga (1921)
Divisione del capitolo sesto
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DIVISIONE DEL CAPITOLO SESTO

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I. Patimenti sofferti per amor della Chiesa. — II. Perdita dei corpi dei tre Re Magi.

ELOGIO DI MILANO PER LA SUA COSTANTE FEDELTÀ.

I. - Di qual mai città s'è sentito dire che tanto sia stata fedele alla Chiesa romana? Non fu forse per questo che Milano, stretta alla Chiesa romana come la carne all'unghia, ostacolo perenne ai nemici di essa, spessissimo esposta ad assalti formidabili, sopportò la fame, la sete, il freddo, il caldo, fatiche, veglie, ferite, morti, lagrime e lutti, distruzioni, catture, carceri, tormenti, spese, miseria, fughe, incendi, devastazioni, rovine in più luoghi, e la stessa sua rovina? Eppure, tante volte martire, nulla mai valse a farle ripudiare la sua fede. Mentre quasi tutte le città della Lombardia, come si vide chiaro al tempo dell'imperatore Federigo, [p. 57 modifica]hanno qualche volta abbandonato la Chiesa, la nostra sola sempre la incoraggiò e la difese.

Nè mai ho letto, o sentito dire che sia stata in alcun tempo ribelle alla Chiesa di Roma; ma le fu sempre amica e, fin dove potè, fautrice. E per questo fu in antico chiamata « seconda Roma », come nell'epigramma:

« Viatore, giunto al varco della porta urbana, esclama : — Vale, o seconda Roma, vanto e decoro dell'Impero! O città veneranda, ricolma di ricchezze, te i popoli temono, davanti a te i potenti si inchinano, tu vinci Tebe nel valor guerriero e vinci nel senno Atene ! ». Dunque per la fedeltà la nostra Milano merita le più grandi lodi.

II. - Ma ahimè! ahimè ! come per questa fedeltà le furon diroccate le mura da Federigo I, così, non per altra ragione, i nemici della Chiesa le rubarono i corpi dei Re Magi che nell'anno 314 il beato Eustorgio aveva portato fra noi. Questa fu la ricompensa del nostro travaglio, la perdita di tanto tesoro per aver combattuto costantemente i ribelli della Chiesa ! Guai ai figli della nostra terra se, spogliati di sì preziose reliquie, vorranno danneggiarsi a vicenda anzichè cercare il modo di rivendicare, in forza del diritto ecclesiastico, e con loro grande gloria, quelle divine spoglie. Se fosse a me lecito affrontare i miei superiori, i Pastori che governano la mia città, direi: — guai ai metropolitani che hanno trascurato d'invocare il braccio spirituale per esigere la restituzione di reliquie perdute non per colpa dei cittadini [p. 58 modifica]tadini, ma per la loro indefessa opera a favore della Chiesa! (96).

Dacchè la nostra città fu fondata, cioè dall'anno 504 avanti la nascita del Salvatore, e 200, come ci insegna la storia, dalla fondazione di Roma, io credo che Milano non ebbe mai a soffrire più grande jattura.