Le lode tra ddonne

Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura Le lode tra ddonne Intestazione 16 dicembre 2024 75% Da definire

Li salari arretrati L'amore de li morti
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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LE LODE TRA DDONNE.

     Anime sante!1 come s’è stregata2
Quela Bbibbiana! E mme se dà cquer tono.
Che schifenza!3 Nun pare, co’ pperdono,
Una coda de gatto scorticata?

     Ggià, nun è stata mai ggnente de bbono:
L’ho vvista in vita sua sempre sguajata:
Ha avuta sempre una gran brutta occhiata:
Puro,4 prima... Ma adesso? té la dono.

     Magra ppiù d’una tèmpora,5 pellosa,6
Co ’na bbocca d’abbisso, d’un colore
Tra la ruta, la scennere7 e la rosa...

     E sse dà ar monno8 chi cce fa l’amore?
E sse trova er bon’omo che la spósa?
Ce vò un stommico proprio da dottore.9

19 settembre 1835.

Note

  1. [Del Purgatorio, si sottintende. Ed è un’esclamazione comunissima.]
  2. Sciupata, decaduta.
  3. [Schifezza, sporcizia.]
  4. Purtuttavia.
  5. [Cioè: “più di un giorno delle quattro tempora.„ Cfr. la nota 1 del sonetto: Le quattro ecc., 15 agosto 33.]
  6. Cioè: “con la pelle floscia e ricascante.„
  7. [Cenere.]
  8. E si trova al mondo.
  9. Medico: uno stomaco da medico.